Un anno fa, il 20 dicembre, ci lasciava Paolo Maria Fiore, che per tanti anni era stato il responsabile delle relazioni industriali di Telecom. Una figura spinosa per tanti versi, perché burbero e soprattutto amante del paradosso, per cui gradiva spiazzarti anche quando non te lo aspettavi, anzi forse proprio allora. Dietro questa scorza di cattivo carattere nascondeva però un cuore sensibile e generoso, che lo portava spesso a gesti magari poco ortodossi, ma dietro i quali si intravedeva sempre la sua positività. Era un grande esperto di relazioni industriali, aveva esercitato questo mestiere per tutta la sua vita e aveva riscosso consensi e approvazioni. Gli anni che è stato alla Telecom sono stati costellati di buoni accordi, utili alla sua azienda, ma ottimi anche per la controparte, al cui giudizio teneva come è doveroso fare quando si ha, dall’altra parte del tavolo, uomini retti e aperti.
Io ho un ricordo importante di Paolo Maria Fiore, ed è legato alla Scuola di relazioni industriali. Dieci anni fa infatti Paolo Maria era andato in pensione per limiti di età, come si dice, ma in Telecom non volevano rinunciare alle sue capacità e gli affidarono il compito, complesso, di mettere in piedi una scuola aziendale di relazioni industriali. Detto, fatto. Paolo Maria mise in piedi un team di esperti al quale ebbe la bontà di inserirmi. Partì un’esperienza importante, la scuola funzionò come un orologio per tre anni, vi partecipavano una trentina di dipendenti, non solo chi faceva parte del servizio del personale. La sua ambizione era far capire a tutto il gruppo l’importanza delle relazioni industriali. E per questo curò che accanto alle lezioni di vera didattica, quelle fatte da esperti, professori di diverse discipline, ci fossero anche momenti di dibattito, su temi propri delle relazioni industriali, ma con ricadute importanti sulla vita del gruppo, ai quali invitava anche vertici aziendali degli altri comparti. Con grande successo, ricordo personalmente la sorpresa di queste persone di vertice nel gruppo che alla fine di questi dibattiti, ai quali partecipavano esperti di vario tipo, compresi molti sindacalisti, erano stupiti e meravigliati. Avevano appreso dal vivo cosa erano le relazioni industriali, come si portavano avanti, quali importanti vantaggi erano in grado di portare a tutto il gruppo. Un successo pieno.
Io non avevo mai partecipato a corsi del genere, mi appassionai, proprio perché Paolo Maria me ne aveva fatto capire l’importanza. Quando l’esperienza terminò insistetti a lungo con Paolo Maria perché prendessimo noi due, io e lui , il testimone di questa esperienza e fondassimo assieme una nostra scuola di relazioni industriali, ma lui non volle, non diceva mai di no, ma tergiversava, trovava scuse per rimandare la decisione. Poi per me fu determinante l’incontro con Mimmo Carrieri, che alla Sapienza aveva preso la cattedra di sociologia industriale che era stata di Aris Accornero. Assieme fondammo la nostra Scuola di relazioni industriali, che da sei anni va avanti come un treno direttissimo. Insistemmo a lungo con Paolo Maria per farlo salire su questo treno, ma non se la sentì e alla fine smettemmo anche noi di chiederglielo per paura di importunarlo. Io credo che fosse l’attaccamento alla sua azienda, a Telecom, a frenarlo in questa nuova esperienza. Aveva fatto una bella cosa, la sua Scuola, per Telecom, non gli andava di aprire un altro capitolo senza quella bandiera. Non venne con noi, ma io e Mimmo gli siamo sempre stati grati per l’insegnamento che ci aveva dato. Senza di lui la nostra Scuola di relazioni industriali non sarebbe mai partita.
Massimo Mascini