Nulla di fatto. O, per dir meglio, non solo nessun nuovo accordo, ma – se possibile – un nuovo aggravamento della mancanza di chiarezza sulle prospettive. E’ questo il punto d’arrivo provvisorio dell’incontro sul rinnovo della Cassa integrazione alle Acciaierie d’Italia che si è svolto a Roma nel pomeriggio di ieri, 18 settembre, presso il ministero del Lavoro. Incontro cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Azienda che ha in gestione gli impianti della ex Ilva, quelli del Ministero e quelli delle organizzazioni sindacali.
A monte dell’incontro, c’era un’istanza di modifica, presentata dall’Azienda, rispetto ai numeri relativi al regime di Cassa integrazione che è attualmente vigente per ciò che riguarda i dipendenti di Acciaierie d’Italia in Amministrazione straordinaria.
Attualmente, hanno ricordato i sindacati dei metalmeccanici nei loro comunicati, i lavoratori di AdI coinvolti dalla Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) sono 3.062. In una prima istanza di revisione di tale regime, presentata – come ha ricordato il 16 settembre Taranto Buonasera – il 12 giugno scorso, l’Azienda aveva prospettato l’esigenza di far salire fino a 4.050 (di cui circa 3.500 a Taranto) il totale dei propri dipendenti in Cigs. Ma ieri, la stessa AdI ha spinto le sue richieste ancora più in su, arrivando a parlare di 4.450 lavoratori (3.800 dei quali a Taranto) da porre in Cassa integrazione.
Come ha rilevato Guglielmo Gambardella, il Segretario nazionale Uilm responsabile per la siderurgia, questa richiesta, ove accettata dal Governo, porterebbe a un “incremento del 50% dei numeri dei lavoratori da mettere in Cassa integrazione”.
Nella stessa dichiarazione, diffusa nella serata di ieri, Gambardella ha anche sottolineato che “nel corso dell’incontro” i rappresentanti sindacali hanno contestato “i numerosi rinvii della convocazione” dell’incontro di ieri effettuati – via, via – “dal ministero del Lavoro” e “non richiesti dalle Organizzazioni sindacali”. Rinvii che hanno portato a svolgere l’incontro stesso “in prossimità della scadenza tecnica, al 24 settembre, della procedura della Cigs”.
Lo stesso Gambardella ha poi spiegato che “la riapertura della gara di vendita, l’assenza di previsione di una possibile cessione ad un nuovo investitore, la mancata sottoscrizione – da parte delle Istituzioni locali – dell’Accordo di programma di Taranto e l’assenza, nello stesso, di una clausola che prevedesse una reale salvaguardia di tutta l’occupazione”, oltre alla “possibile impugnazione” dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), “hanno generato un contesto di grave incertezza”.
Sulla stessa linea Valerio D’Alò, Segretario nazionale della Fim-Cisl e responsabile siderurgia della sua organizzazione. Infatti, secondo D’Alò, la stessa convocazione dell’incontro di ieri “è stata caratterizzata da decisioni altalenanti, prima fissate, poi rinviate per due volte e infine anticipate” alla data di ieri.
“Per noi – ha rimarcato quindi D’Alò – questa situazione è sinonimo di mancanza di chiarezza sugli obiettivi della Cigs e, poiché le condizioni di contesto non sono cambiate, non permette di arrivare a un accordo.”
Dal canto suo, Loris Scarpa, Coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil, ha affermato che l’incontro di ieri al ministero del Lavoro ha avuto “toni drammatici”. Scarpa ha poi aggiunto che, rispetto alle vicende della ex Ilva, “sta accadendo quanto avevamo previsto”, ovvero che “senza gli investimenti e un reale piano di marcia, continua ad aumentare la richiesta di Cassa integrazione”. Ma i lavoratori, che “in questi anni hanno salvato gli impianti”, non possono essere chiamati a “pagare il prezzo di questa situazione”.
Ieri sera, al termine dell’incontro, è stata diffusa la notizia che l’appuntamento al ministero del Lavoro era stato aggiornato alla data di mercoledì 24 settembre. Nella mattinata di oggi, però, i sindacati confederali dei metalmeccanici hanno diffuso un comunicato unitario con cui informano di aver richiesto che prima di un nuovo appuntamento al ministero del Lavoro si svolga un incontro col Governo a Palazzo Chigi.
Nel comunicato si può leggere, infatti, che Fim, Fiom e Uilm nazionali hanno inviato al Ministero del Lavoro la richiesta di “convocare l’incontro per il prosieguo della discussione sulla Cigs per il gruppo AdI in Amministrazione straordinaria a seguito dell’incontro presso Palazzo Chigi richiesto dai Segretari generali di Fim Fiom Uilm”.
Ciò, è ancora scritto nel comunicato, “al fine di poter avere un quadro d’insieme più chiaro per il futuro degli asset ex Ilva a seguito della chiusura dei termini del bando di gara in corso”.
In sostanza, i sindacati dei metalmeccanici chiedono che il prossimo appuntamento al ministero del Lavoro sia preceduto da un incontro di natura politica con i vertici del Governo. Incontro il cui scopo dovrebbe essere quello di chiarire in quali prospettive industriali possa essere ricompresa la questione del ricorso alla Cassa integrazione per i lavoratori attualmente in forza a Acciaierie d’Italia.
Fernando Liuzzi