“Abbiamo esposto ai commissari e al governo che le persone devono tornare a lavorare”. Così il leader della Fiom, Michele De Palma, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sull’ex Ilva.
“Non siamo più disponibili a discutere di piani di lungo periodo – ha detto – abbiamo un piano del 2018 da applicare e per realizzarlo servono risorse. Il governo ha detto che ci sarebbero 150 milioni più i 320 MILIONI che devono essere autorizzati dalla Commissione europea. Le nozze con i fichi secchi non si fanno”.
Per il leader della Fim, Ferdinando Uliano, “Ci hanno descritto una situazione peggiore di quella che avevano trovato”.
“C’è la necessità di un intervento importante – ha detto – l’operazione messa in campo rispetto a un piano che si propone di arrivare a 6 milioni di tonnellate di acciaio va sviluppata nei prossimi giorni e mesi. Il piano industriale è funzionale a dare le garanzia in Europa perché si possa restituire il prestito di 320 milioni. Nei prossimi giorni il governo decreterà ulteriori risorse per 150 milioni”.
“Non c’è alcuna condivisione di piano, nessun piano. Quando lo conosceremo nei dettagli diremo qual è la nostra idea e non saremo ovviamente teneri come non lo siamo stati con nessuno. Non condividiamo il metodo né la sostanza”. È il commento del segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.
“Siamo rigorosamente rispettosi delle istituzioni – ha aggiunto – ma rispettiamo prima i lavoratori e le comunità dove gli stabilimenti insistono. Rimangono confermate le intese sottoscritte e soprattutto l’accordo del 2018, che per noi resta valido fin quanto non se ne negozia un altro”.