“Il dialogo deve essere il collante delle relazioni industriali. Superare la logica dello scontro, e abbracciare quella del confronto, condividendo fini e obiettivi, è indispensabile per costruire un nuovo Contratto Collettivo Nazionale capace di tenere insieme competitività e sostenibilità”. Così il neo presidente di Federmeccanica, Silvano Simone Bettini, nella sua prima relazione all’Assemblea generale dell’Associazione. Il riferimento è al contratto dei metalmeccanici, che martedì 15 luglio vedrà nuovamente le parti allo stesso tavolo, dopo molti mesi di blocco a causa della rottura delle trattative tra sindacato e aziende.
Una rottura, ha affermato il presidente uscente, Federico Visentin, nel suo intervento, che non è stata voluta dalle imprese: “abbiamo deciso di riaprire il confronto con il sindacato, dopo mesi di rottura che non abbiamo cercato né voluto. Lo abbiamo fatto confidenti che il sindacato sia disponibile ad un confronto su tutti i punti senza nessuna pregiudiziale. Davanti a noi abbiamo un bivio e non si può sbagliare strada, così come non si può tornare indietro”. E ha aggiunto: “Ho sempre avuto l’obiettivo di rinnovare il contratto nazionale e di continuare quanto iniziato e portato avanti da chi mi ha preceduto. Per questo abbiamo fatto la Proposta di realizzare un contratto fondato su elementi innovativi che guardano al presente ma anche al futuro in termini di sostenibilità e competitività. C’è una nuova storia da scrivere e va scritta a più mani”.
Il nuovo presidente, Bettini, ha confermato: “riaffermiamo la disponibilità di Federmeccanica a riaprire il confronto con il Sindacato, con un approccio pragmatico e costruttivo. Il tavolo sarà un vero banco di prova per verificare se esistono le condizioni per scrivere insieme una nuova pagina, nell’interesse delle imprese e delle persone”. Bettini ha quindi ribadito che la ‘’Proposta’’ avanzata da Federmeccanica -respinta dai sindacati in quanto contro-piattaforma alternativa a quella presentata da Fim Fiom e Uilm, e che Federmeccanica non ha mai voluto discutere al tavolo del confronto- puntava a realizzare “qualità oltre le quantità, per generare valore nel tempo”.
Martedì dunque sindacati e imprese proveranno a trovare un punto di incontro, ma non sarà semplice. Ancora Visentin, infatti, ricorda che nel periodo 2008-2024, le retribuzioni nella metalmeccanica sono cresciute del 40%, a fronte di un’inflazione del 30%, mentre la produttività è cresciuta di appena il 4,4%, a fronte di un costo del lavoro aumentato del 43,5%: “questo significa che la crescita sostenibile dei salari non può prescindere dalla crescita della produttività e che anche i profitti non possono essere una variabile indipendente. Abbiamo la grande responsabilità di non lasciare indietro nessuno: dobbiamo occuparci di quelle imprese che non hanno notorietà fino a diventare invisibili, ma che sono più che degne di tutta la nostra attenzione”.
La strada per migliorare le condizioni dei lavoratori, secondo il presidente uscente,‘’non passa solo attraverso gli aumenti salariali diretti, ma tramite un sistema di welfare strutturato e solidale. I pilastri del nostro CCNL – l’adeguamento dei minimi tabellari all’inflazione e i flexible benefits di 200 euro annui – rappresentano un modello virtuoso. Il Fondo MetaSalute ha erogato 1.347 milioni di euro in prestazioni dal 2017, dimostrando come il welfare sia uno strumento più efficace degli aumenti salariali per sostenere i consumi e il potere d’acquisto delle famiglie. Proponiamo di estendere questo modello con una tutela per la non autosufficienza lungo tutta la vita, creando un sistema solidaristico e inclusivo”.
All’assemblea che ha eletto il nuovo capo degli industriali metalmeccanici erano presenti anche i leader di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Rocco Palombella e Michele De Palma. Al termine dei lavori tutti e tre hanno posato sorridenti assieme a Bettini e al vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali Marchesini: un buon auspicio per la trattativa, forse.