Dall’inizio del lockdown in tutto il settore metalmeccanico campano sono più di 4.300 le aziende che hanno fatto ricorso all’utilizzo di ammortizzatori sociali. Più di 62mila le lavoratrici e i lavoratori sottoposti agli ammortizzatori e alla riduzione dei salari e, nonostante il divieto dei licenziamenti collettivi, molti lavoratori interinali e con contratti a termine hanno perso il loro posto di lavoro per mancata proroga dei contratti a fine scadenza. E’ quanto emerso da un’analisi di della situazione dell’industria metalmeccanica nella regione e alla luce della ripartenza del settore e dell’avvio della Fase2 fatta da Fim, Fiom e Uilm.
I segretari generali di Fim-Fiom-Uilm Campania, Raffaele Apetino, Massimiliano Guglielmi e Antonello Accurso, hanno evidenziato che, alla ripresa delle attività, si riscontra “un allentamento della tensione produttiva e dei carichi di lavoro. Molta apprensione per i settori legati a filiere importanti come quella dell’aerospazio e automobilistica, inoltre, le vertenze già aperte prima del lockdown, tra cui Whirlpool, Dema e Jabil, non possono aspettare ed essere congelate in attesa che il tempo passi”. “Tutti gli attori istituzionali Governo e Regione in primis devono essere impegnati in uno sforzo corale che abbia l’obiettivo di collaborare perché dalla crisi si esca tutti insieme, partendo dalle eccellenze e – hanno aggiunto – imponendo alle aziende di mantenere tutti i livelli occupazionali”.
I sindacati ribadiscono che “solo con norme di ‘condizionalità’, rispetto alle importanti e inedite risorse economiche date alle imprese, potremo essere in grado di evitare effettivamente il rischio dei licenziamenti nel breve/medio termine, di bloccare concretamente le delocalizzazioni e di riprogettare nuovi e alternativi modelli produttivi che diano, all’intero Paese, alle regioni del Mezzogiorno e alla Campania, una nuova prospettiva sociale e di sviluppo”. In questa direzione, Fim, Fiom e Uilm lanciano “un segnale d’allarme anche in merito al rinnovo Ccnl dei Metalmeccanici (Federmeccanica/Assistal) per cui già sentiamo avanzare la solita retorica che prevede differenziazioni e destrutturazioni”.
TN