La crisi, tra il 2009 ed il 2012, ha bruciato mille imprese nel settore della metalmeccanica veneta, la cui presenza rimane particolarmente rilevante nell’area centrale del Veneto (il 66% delle aziende ha sede nelle province di Padova, Vicenza e Treviso) è oggi costituita da un insieme di 22.400 imprese di cui circa 1.000 hanno più di 50 dipendenti.
L’indagine è di Fim-Cisl Veneto in occasione del IX congresso. La Fim regionale del Veneto ha predisposto un report sugli effetti della crisi internazionale e la conseguente recessione economica nel settore della metalmeccanica veneta. In particolare il report analizza l’impatto sull’occupazione nel settore.
Gli occupati, oltre 255 mila nel 2008, si legge ancora, erano scesi a 233mila nel 2011. Una riduzione complessiva quindi pari a 22 mila dipendenti (di cui 6 mila donne) che ha comportato una riduzione del 30% della quota degli occupati giovani (età inferiore ai 30 anni) ed un aumento del 23% di quella degli “anziani” (età superiore ai 55 anni). Il dato sugli occupati nel 2012 non è ancora disponibile ma di certo si sa che nel corso dell’anno il saldo tra assunti e dimessi è in negativo: 4.000 posti di lavoro in meno.