“Riteniamo che la riforma fiscale sia sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo, siamo stati convocati a 48 ore dalla decisione, abbiamo avuto un’illustrazione dei principali contenuti ma il giudizio, condiviso con CISL e UIL, è che la riforma non taglia le tasse a tutti. E’ iniqua, perché, se confermate, la riduzione a tre aliquote e la flax tax avvantaggiano i redditi elevati. Il Governo ci dovrà anche dire con quali risorse verrà finanziata, perché tremiamo con la riduzione del welfare e dei servizi essenziali. I principi si comprendono già. Nella riforma non ci sono interventi efficaci e il tema del contrasto all’evasione fiscale non è affrontato nei termini dovuti. Per quanto ci riguarda, con CISL e UIL avvieremo una mobilitazione nel paese.
Non è accettabile che su temi prioritari per lavoratori e pensionati si faccia un’operazione iniqua e non si dia senso alla progressività presente nella Costituzione”: così la vicesegretaria generale della CGIL Gianna Fracassi intervenendo a Otto e mezzo su La7.
“C’è una grande sofferenza dal punto di vista economico – ha proseguito Fracassi -, perché i mesi alle spalle sono stati duri e continua l’aumento del costo della vita, non c’è un interruttore per spegnere l’inflazione, lo spiegava l’ISTAT qualche giorno fa. Ci sono crisi aziendali non risolte e di fronte a noi abbiamo la necessità di mettere in campo una politica industriale che sappia impedire la deindustrializzazione del Paese. Su questi e altri temi c’è una sottovalutazione del quadro di fronte al quale ci troviamo. Rischiamo di avere un impatto sull’occupazione e queste cose non possono aspettare un anno”.
“Domani – ha detto ancora Fracassi – Giorgia Meloni si troverà di fronte quell’80% di lavoratori, lavoratrici e pensionati che hanno un reddito inferiore ai 35 mila euro. Dobbiamo avere questo come punto di partenza prima di parlare dell’abbassamento delle tasse. Ci sono le persone che stanno soffrendo di più per l’innalzamento dell’inflazione, è quella parte del Paese che interessa poco ma è composta da 36 milioni di lavoratori e pensionati. Non conosciamo i dettagli della riforma ma l’eventuale piccolo vantaggio che ci potrà essere, di pochi euro, sarà superato dai sacrifici visto che non sappiamo con quali risorse verrà finanziata. La CGIL è un’organizzazione seria e abbiamo sempre invitato i presidenti del Consiglio. Auspico che non verrà fischiata, non sarebbe rispettoso per il ruolo. Sicuramente consideriamo la sua presenza un segno di rispetto”.
TN