All’indomani delle dichiarazioni in televisione del presidente Macron, che ha ribadito di voler andare avanti col suo progetto di riforma delle pensioni, la Francia torna in piazza. Per il nono giorno di mobilitazione, i sindacati sperano ancora una volta di radunare massicci cortei in tutto il Paese, capitalizzando la rabbia generata dall’uso dell’articolo di legge 49.3 che ha permesso al governo di far passare alla camera il disegno di riforma senza passare dal voto. Manifestazioni sono previste in molte città, tra cui Bordeaux, Lione, Lille, Nantes, Strasburgo e Montpellier.
Dopo diverse serate di mobilitazioni segnate da violenze, infatti, la CGT spera di rilanciare la protesta contro la riforma per piegare l’esecutivo, nonostante il voto finale del Parlamento. Le manifestazioni sono state decisamente meno partecipate dall’inizio di marzo: dopo un picco il 7 del mese, sabato 11 marzo in tutta la Francia sono stati contati solo 368.000 manifestanti, secondo la polizia, e un milione secondo il sindacato. Si tratta del dato più basso da metà gennaio. Mercoledì 15 nel Paese era stato osservato un rimbalzo limitato, ma le cifre sono rimaste al di sotto dei primi giorni di mobilitazione.
I sindacati sperano di invertire la tendenza: “Ci sarà molta gente, ne sono sicuro”, ha detto Philippe Martinez, questa domenica, su BFMTV. “Vogliamo che gli scioperi si moltiplichino e ci siano sempre più rinnovabili”, ha aggiunto il capo della CGT, ritenendo che “questo è ciò che sta cominciando ad accadere” sul campo. Di fronte al rischio di straripamenti, il ministero dell’Interno mobiliterà 5.000 poliziotti e gendarmi nella capitale, mentre sono attese tra le 40.000 e le 70.000 persone, secondo fonti di polizia citate da AFP.
e.m.