La Fp Cgil ha indetto, per l’intera giornata di martedì 16 settembre, lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori precari del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria assunti con i fondi del Pnrr, i cui contratti scadranno a giugno 2026.
Numeri alla mano, come spiega la Fp-Cgil Lombardia, si tratta di circa 12.000 persone tra operatrici e operatori degli uffici per il processo, addetti ai data entry, funzionari tecnici, di cui, a oggi, solo 3.000 hanno la garanzia di una stabilizzazione, altri 3.000 attendono risorse promesse nella legge di bilancio, mentre 6.000 rischiano di trovarsi senza lavoro.
Solidarietà ai lavoratori dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Come Cgil chiediamo che i 12mila lavoratori assunti per ora in forma precaria siano stabilizzati e continuino così a lavorare. Il loro contributo è fondamentale per proseguire a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario italiano. Senza questo provvedimento – aggiunge Landini – a giugno 2026 a migliaia di persone sarà cancellato il posto di lavoro. Sono lavoratrici e lavoratori che per tre anni hanno portato avanti il lavoro nei tribunali, nelle corti d’appello e negli uffici del ministero della giustizia. Tutto questo è inaccettabile”.
“In un settore come quello della giustizia – conclude il segretario generale della Cgil – bisogna aumentare i posti di lavoro, non perdere quelli che già ci sono.
La carenza di organico nel settore mette a rischio il funzionamento di tutti gli uffici e indebolisce ulteriormente l’efficienza del nostro sistema giudiziario”.
Si unisce alla denuncia anche la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati. “La giustizia italiana – scrive in una nota -ha bisogno in via strutturale del lavoro di tutti questi lavoratori, anche dopo la scadenza del Pnrr. Senza il prezioso contributo quotidiano di tali operatori, la macchina della giustizia – già gravata da arretrati e carichi di lavoro imponenti – rischia il collasso. Il lavoro dei magistrati – sottolineano – è indissolubilmente legato a quello del personale amministrativo e tecnico: non può esserci giustizia efficiente senza la stabilità e la valorizzazione di chi garantisce il corretto funzionamento degli uffici. Per questo riteniamo inaccettabile che, a partire da giugno 2026, gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori precari possa essere privata della propria occupazione. Chiediamo con forza che il Governo e il Parlamento individuino soluzioni immediate e strutturali per assicurare la continuità e la stabilizzazione degli addetti all’ufficio per il processo, nell’interesse non solo di chi oggi è precario, ma di tutti i cittadini che hanno diritto a una giustizia celere ed efficace. Saremo sempre al fianco di chi difende la dignità del lavoro e il buon funzionamento della giustizia”, conclude la nota.