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Home - Notizie del giorno - Gnudi: due o tre anni per rimettere azienda sul mercato

Gnudi: due o tre anni per rimettere azienda sul mercato

13 Gennaio 2015
in Notizie del giorno

Per rimettere l’Ilva sul mercato e trovare un acquirente che la compri ad un prezzo giusto serviranno due o tre anni. Lo ha spiegato il commissario straordinario dell’Ilva, Piero Gnudi, in audizione in commissione Industria al Senato.

Spiegando il passaggio del commissariamento dell’azienda ex decreto Ilva al decreto ex Marzano, Gnudi ha spiegato che “si va in ammnistrazione straordinaria, poi viene costituita una società a capitale pubblico che dovrebbe prendere in affitto l’azienda e tra due o tre anni l’azienda può essere comodamente messa sul mercato e ottenere il prezzo che merita. Non si può vendere al primo che capita. Un’azienda come Taranto deve essere venduta a un gruppo che ne garantisca il proseguimento in Italia: l’acciao è la base della nostra industria”.

Gnudi ha chiarito che “al termine dell’affitto l’azienda torna di proprietà dell’amministrazione straordinaria che vende e con i danari che riceve paga i debiti”.

“L’azienda rimane di proprietà di Ilva spa, non diventa pubblica, resta privata teoricamente -ha quindi spiegato Gnudi. Poi una volta venduta l’azienda i soldi vanno a pagare i debiti e se restano quattrini la società potrebbe tornare in bonis, ma non succederà dato l’ammontare dei debiti”.

“L’azienda era efficente – ha aggiunto – e avrebbe comodamente potuto sostenere anche i costi per risolvere i problemi ambientali se questo fosse stato fatto nei 40 anni di vita dell’azienda e non in due o tre anni”. “Hanno voltuto esagereare. Se avessero speso qualcosa di più in risamento oggi non saremmo qui a discutere dell’Ilva. Una volta che il processo sarà a posto sarà il governo a dover decidere se tenersela o venderla”.

“Penso che questa è un’azienda che guadagnerà e chi la prende in affitto dovrebbe averne profitto”, ha chiarito Gnudi che sulla newco ha aggiunto: “La composizione della newco attiene al governo”.

Per Gnudi “questa è un’azienda facilmente risanabile. Non siamo in una caso come i tavoli del Mise. Questa è un’azienda che ha tutte le capacità di andar bene. L’amministrazione straordinaria può essere la strada per dare soluzione ai problemi per venderla e venderla al giusto prezzo”.

Gnudi ha spiegato che “una volta dichiarata l’amministrazuione straordinaria saranno nominati uno o tre commissari e un tribunale di sorveglianza”. L’amministrazione straordianria è una procedura concorsuale con il blocco dei pagamenti e la parte dei crediti continua a essere regolarmente riscossa. I vecchi creditori saranno pagati in base ai gradi di privilegio che ci sono”, ha aggiunto il commissario secondo cui si è giunti a questo punto perchè il contesto ha reso difficile vendere l’Ilva.

“Purtroppo – ha detto – sono stati fatti vari esperimenti, vari tentativi di vendere l’azienda con forte interesse di imprenditori esteri come gli indiani Jindal e ArcelorMittal, dei portoghesi e di fondi, degli italiani Arvedi e Marcegaglia”.

Ricordando la sua esperienza Gnudi ha aggiunto che “sono arrivati tecnici a Taranto che hanno fatto un accurato esame. Tutti detto che forse è l’impianto più efficente d’Europa.

Purtroppo le note vicende e il contesto, che è complicato, – va ricordato che lo stabilimento è sotto sequestro giudiziale e l’attività è esercitata con permesso provvisorio che durerà 16 mesi, c’è il problema dell’Aia da risolvere, 4,5 mld di danni richiesti – rendono quindi difficile che uno straniero si assuma tale problematica. Occorre una pausa di riflessione per risolvere tutti i problemi, prima di tutto quello ambientale, che va risolto e risolto seguendo i dettami dell’Aia”.

“Bisogna risolvere anche il problema del sequestro, altrimenti sarà difficile vendere l’azienda. Abbiamo ottenuto il pronunciamento del tribunale di Milano per cui i soldi dei Riva sequestrati devono essere consegnati alla procedura per essere impiegati per il risanamento ambientale, unicamente per questo”.

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