“La piena e tempestiva attuazione del Pnrr è necessaria per aumentare la produttività e stimolare la crescita potenziale”. lo scrive il Fondo Monetario Internazionale al termine della sua missione di staff in Italia. “Le riforme del Pnrr mirano in modo appropriato a numerose carenze che limitano la produttività e dovrebbero essere attuate in modo completo e tempestivo” rimarca il Fondo. “Un rafforzamento della capacità amministrativa ed esecutiva dei comuni attuatori contribuirebbe a una gestione efficiente dell’ingente volume di progetti e misure volte ad accelerare le procedure promuoverebbero la concorrenza e l’integrità delle risorse finanziarie”.
Secondo gli esperti di Washington “riforme strutturali ambiziose e volte a migliorare la produttività sono una priorità per compensare il freno alla produzione dovuto alla contrazione della forza lavoro dovuta al rapido invecchiamento della popolazione italiana”. Sono perciò necessarie “misure per ridurre le trappole della disoccupazione e dell’inattività, ridurre le aree grigie ed evitare di mantenere in piedi imprese in declino”.
L’istituzione di Washington stima per il nostro paese una crescita del Pil dell’1,1% quest’anno e il prossimo e un graduale rientro dell’inflazione core sull’obiettivo solo nel 2026. Lo si legge nel documento conclusivo della missione Fmi in Italia. “L’inasprimento della politica monetaria e la graduale eliminazione dei regimi di credito d’imposta sugli edifici modereranno gli investimenti privati” prevede lo staff del Fondo, che vede al contempo una crescite rapida degli investimenti pubblici finanziati dal Pnrr.
“Nel complesso, si prevede che la crescita si modererà all’1,1% nel 2023 e nel 2024 e aumenterà temporaneamente dal 2025 quando la spesa per il Pnrr raggiungerà il picco e rimarrà leggermente al di sopra della sua tendenza a lungo termine” si legge nel documento. Inoltre “si prevede che l’inflazione core diminuirà gradualmente, con un ritorno all’obiettivo solo intorno al 2026”.
L’Fmi avverte però che “a lungo termine, il calo della popolazione in età lavorativa rappresenterà un freno alla crescita in assenza di un miglioramento duraturo della produttività”.
tn