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Home - Approfondimenti - Analisi - Il nuovo virus e il ruolo dell’Ue

Il nuovo virus e il ruolo dell’Ue

di Alessandra Servidori
9 Marzo 2020
in Analisi

Siamo in piena emergenza sia in Europa che nel resto del mondo e vale la pena “ripassare” con l’auspicio che ci siano provvedimenti urgenti per gli stati ue e non solo le raccomandazioni  televisive di David Sassoli, Presidente del Parlamento, per seri e univoci provvedimenti in materia di salute,poiché l’art Articolo 168- Trattato sul funzionamento dell’Unione europea prevede “Nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana”.Sappiamo bene che la responsabilità di organizzare e fornire cure sanitarie e sicurezza sociale appartiene in primo luogo ai governi nazionali. Il ruolo dell’UE è quello di integrare e sostenere gli stati membri negli sforzi per la salute degli europei, riducendo le disuguaglianze e tendendo a un’Europa che sostenga ancora di più i diritti sociali. Gli sviluppi del mercato del lavoro e la libera circolazione di persone e beni nel mercato interno richiedono un coordinamento delle politiche pubbliche della sanità.

Le politiche Ue per la sanità  hanno aiutato i paesi a mettere le risorse in comune e ad affrontare sfide comuni come la resistenza antimicrobica, l’incidenza di malattie croniche prevenibili e l’impatto che ha avuto l’allungamento dell’aspettativa di vita sui sistemi sanitari. L’UE pubblica raccomandazioni agli stati membri, sviluppa e approva leggi e standard per proteggere i cittadini, sia per quanto riguarda prodotti e servizi (medicinali, dispositivi medici, dispositivi medici elettronici) sia i pazienti (regole sui diritti dei pazienti alle cure nei paesi UE).Questo lavoro europeo per la salute dei cittadini è finanziato dal programma UE per la salute, che incoraggia la cooperazione e promuove strategie per una buona salute e un efficiente sistema sanitario.

Il terzo programma dell’UE per la salute (2014-2020)  aveva e ancora ha un budget di €450 milioni. Il programma promuove l’integrazione di stili di vita sani attraverso “la salute in tutte le politiche”, protegge i cittadini UE da gravi minacce sanitarie che si propagano oltre i confini nazionali, facilita l’accesso a cure sanitarie sicure e di qualità, contribuisce a creare sistemi sanitari sostenibili. Dal 2021  i finanziamenti legati alla sanità vengono  integrati nel Fondo sociale europeo plus (FSE+) nel prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione (2021-2027).Anche il programma Orizzonte 2020 per la ricerca, la politica di coesione dell’UE e il Fondo europeo per gli investimenti strategici offrono finanziamenti per le politiche sanitarie. Vi sono parecchie agenzie UE che si occupano di salute Agenzia europea dell’ambiente,Autorità europea per la sicurezza alimentare,Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.

La Ue  regola l’autorizzazione e la classificazione dei medicinali, grazie all’istituzione della reta europea di regolamentazione dei farmaci, una rete formata dall’Agenzia europea del farmaco, istituzioni nazionali e Commissione europea. Una volta che il farmaco è distribuito sul mercato, la sua sicurezza continua ad essere controllata. Ci sono regole UE specifiche sui farmaci destinati a bambini, sulle malattie rare, sui i prodotti per terapie avanzate e sulle sperimentazioni cliniche. Per restare al passo col progresso scientifico, migliorare la sicurezza e assicurare la trasparenza sono state adottate nel 2017 nuove regole sui dispositivi medici e i dispositivi medici per la diagnosi in vitro, come le valvole cardiache e le macchine da laboratorio. Le regole sull’uso della cannabis terapeutica variano da stato a stato. Nel 2019 il Parlamento ha chiesto un approccio comune a livello UE e finanziamenti adeguati alla ricerca.

Nella UE ogni cittadino può disporre della Tessera europea di assicurazione malattia per avere accesso all’assistenza sanitaria medicalmente necessaria e fornita dallo stato quando si trova temporaneamente in un altro paese UE. La Tessera offre la stessa copertura anche in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Le cure mediche devono essere fornite alle stesse condizioni e agli stessi costi (il che in alcuni stati può significare gratuitamente) proposti ai residenti del paese in cui ci si trova. L’UE lavora per promuovere la salute e la prevenzione di malattie quali i tumori, le malattie mentali e le malattie rare e offre informazioni sulle malattie tramite il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).Il fumo è responsabile di quasi 700.000 morti all’anno nell’Unione. La direttiva dell’UE sul tabacco aggiornata, il cui obiettivo è rendere il fumo meno interessante per le giovani generazioni, è applicabile dal 2016.

 La raccomandazione del Consiglio del 2009 sugli ambienti liberi dal fumo chiede agli stati membri di proteggere i cittadini dall’esposizione al fumo passivo nei luoghi pubblici e sul luogo di lavoro. Circa 30 milioni di europei sono colpiti da malattie rare e complesse. Per migliorare la diagnosi e le terapie, nel 2017 l’UE ha istituito le reti di riferimento europee. Queste 24 reti virtuali connettono esperti di diversi paesi che lavorano sui problemi comuni, ad esempio la sicurezza dei pazienti o la resistenza antimicrobica. La resistenza antimicrobica è purtroppo in aumento, a causa dell’abuso di antibiotici, dello scorretto smaltimento dei farmaci e della mancanza di alternative farmacologiche. è la causa di circa 33.000 morti all’anno nell’UE.  Già il piano d’azione dell’UE del 2017 contro la resistenza antimicrobica mirava a promuovere la conoscenza del rischio e una migliore igiene oltre che a stimolare la ricerca. Un nuovo regolamento sulle medicine veterinarie è stato adottato dal Parlamento europeo nel 2018 per ridurre l’uso di antibiotici nell’allevamento e fermare la diffusione della resistenza dagli animali all’uomo.

 In molti paesi UE si stanno riaffacciando malattie infettive che sono prevenibili tramite vaccino, come il morbillo, a causa di tassi di copertura vaccinale insufficienti. In una risoluzione adottata nel 2018, gli eurodeputati chiedono un miglior allineamento dei piani vaccinali in tutta Europa, più trasparenza e un acquisto congiunto per diminuire le spese. Il Parlamento europeo è particolarmente attento ai potenziali rischi per la salute e si è opposto ai progetti di autorizzazione di nuove piante geneticamente modificate (quali ad esempio alcuni tipi di soia).Nel 2019 il Parlamento europeo ha anche approvato una relazione per il miglioramento e l’uso sostenibile dei pesticidi e sostenuto la necessità di una commissione speciale per procedure di autorizzazione più trasparenti.La legislazione UE stabilisce gli standard minimi per salute e sicurezza sul posto di lavoro, lasciando liberi gli stati membri di applicare standard più elevati. Ci sono regole speciali sui macchinari, la protezione delle donne incinte e dei lavoratori giovani e sull’esposizione a sostanze potenzialmente pericolose come agenti cancerogeni e mutageni o il rumore elevato. La popolazione attiva europea invecchia e l’avanzamento dell’età pensionabile si traduce in nuove sfide per la sanità pubblica. Per far sì che i lavoratori con problemi cronici di salute o reduci da incidenti possano continuare a lavorare in sicurezza, il Parlamento europeo ha proposto nel 2018 misure per rendere i posti di lavoro più aperti grazie a programmi di formazione, condizioni di lavoro flessibili e un accompagnamento specifico per lavoratori vulnerabili.Per far in modo che tutti in Europa siano messi in condizione di partecipare alla vita sociale quotidiana, il Parlamento europeo ha approvato nel 2019 l’Atto europeo sull’accessibilità. Le nuove regole mirano a trasformare prodotti e servizi di uso comune, come i cellulari, i bancomat e i terminali per il check-in, in strumenti facilmente accessibili a persone con disabilità e agli anziani.

Questo e altro è stato sicuramente fatto a livello europeo. Però ora è necessario intervenire a  livello di Unione Europea perchè i singoli trattati non prevedono una comune politica sanitaria che è rimasta di competenza dei singoli Stati. Una crisi come quella legata al Corona Virus, che coinvolge senza alcuna distinzione l’intero globo, pone agli occhi di tutti quanto sia limitante questa visione “nazionalistica” della sanità. Ogni Stato europeo ha deciso di promuovere motu proprio i controlli che riteneva più utili, e almeno sino ad ora, di non condividere appieno i dati . É da augurarsi che il Consiglio europeo, al quale partecipano i 27 Stati dell’Unione europea, faccia quei passi in avanti indispensabili per una politica sanitaria europea comune. I segnali purtroppo non sono positivi perché ci sono state furiose critiche al nostro Paese.Vero è che comunque  l’Italia ove sarà necessario metterà a disposizione dei nostri partner europei le best practices sin qui adottate per affrontare questa emergenza. A livello di Consiglio europeo  è urgente si superino quelle logiche nazionali che hanno sino ad ora relegato la politica sanitaria a una questione statuale.

Penso che il Parlamento Europeo abbia ben chiara questa cosa al di là degli schieramenti. L’unione dei popoli rappresenta il futuro dell’Europa: la tutela della salute sarà più forte e più efficace se ci sarà un impegno comune e se, nei momenti di difficoltà, non si lasceranno soli i singoli Stati. Un’emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo e che ha provocato enormi danni a livello sociale, economico e produttivo, non può essere affrontata con politiche restrittive di bilancio e con le visioni miopi che abbiamo visto “trionfare” in questi giorni in occasione della discussione sul bilancio pluriennale dell’Europa. Occorrono sforzi straordinari e fondi mirati per nuovi investimenti e per far ripartire una macchina che, solo in Italia, ha subito contraccolpi enormi in tutti i comparti: dal turismo alla produzione industriale. Il Commissario agli affari economici e finanziari dell’UE Paolo Gentiloni ha già posto attenzione su politiche più elastiche, ma è bene che dalle parole si giunga a fatti reali e concreti e che si ponga fine a divisioni e visioni misere come quelle di alcuni Paesi dell’Est e del Nord Europa.

Alessandra Servidori

 

Alessandra Servidori

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