Un discorso ampio, dai toni a tratti molto duri, con il quale il Pontefice ha ammonito l’Europa in diversi passaggi, a cominciare da quello in cui Papa Francesco ha evidenziato la crisi di fiducia dei cittadini nei confronti delle stesse istituzioni europee: “Nel corso degli ultimi anni – ha detto Jorge Mario Bergoglio – è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose. Da più parti si ricava un’impressione generale di stanchezza e d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Per cui i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni”.
“Mantenere viva la realtà delle democrazie è una sfida di questo momento storico –ha quindi ribadito il Pontefice-, evitando che la loro forza reale, forza politica espressiva dei popoli, sia rimossa davanti alla pressione di interessi multinazionali non universali, che le indeboliscano e le trasformino in sistemi uniformanti di potere finanziario al servizio di imperi sconosciuti. Questa è una sfida che oggi la storia vi pone”.
Il Papa ha poi invitato a mettere maggior impegno al servizio di un rilancio degli ideali europei in chiave più umana e meno economica: “Si constata con rammarico un prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico. Ci sono inoltre alcuni stili di vita un po’ egoisti, caratterizzati da un’opulenza ormai insostenibile e spesso indifferente nei confronti del mondo circostante, soprattutto dei più poveri”, ha detto ancora Bergoglio tra gli applausi.
“Promuovere la dignità della persona significa riconoscere che essa possiede diritti inalienabili di cui non può essere privata ad arbitrio di alcuno e tanto meno a beneficio di interessi economici”, ha detto ancora il Papa.
Un’Europa “malata di solitudine”, quella descritta dal Papa, che ha messo in guardia dai rischi dell’individualismo: “Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine, propria di chi è privo di legami. Lo si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro; la si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore”.
Un discorso ampio, che ha toccato diversi temi, a partire da quello del lavoro: “E’ tempo di favorire le politiche di occupazione, ma soprattutto è necessario ridare dignità al lavoro -ha detto il pontefice-, così come è necessario trovare nuovi modi per coniugare la flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori”.
Lavoro che ritorna anche nella denuncia del Pontefice sulla situazione dei migranti in Europa: “Non si può tollerare che il Mar Meditarraneo diventi un grande cimitero. Ci sono uomini e donne che necessitano di un aiuto – ha commentato- L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Ue rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali”. La sfida per l’Europa è quella di “proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti”.
Papa Bergoglio, dopo il discorso al Parlamento europeo, si è recato al Consiglio d’Europa, descrivendone il lavoro come “particolarmente prezioso, con notevoli implicazioni etiche e sociali, poiché da un retto intendimento di tali termini e da una riflessione costante su di essi dipende lo sviluppo delle nostre società, la loro pacifica convivenza e il loro futuro”. Il Papa ha poi definito la Corte europea dei Diritti dell’uomo “la coscienza dell’Europa nel rispetto dei diritti umani”.
Mentre durante il suo discorso al Parlamento europeo, Bergoglio era stato interrotto tredici volte per gli applausi, il Consiglio d’Europa lo ha ascoltato in silenzio. Solo un passaggio del suo discorso ha suscitato l’applauso dell’emiciclo: “Nel mondo politico attuale dell’Europa – ha detto Bergoglio – risulta sterile il dialogo solamente interno agli organismi (politici, religiosi, culturali) della propria appartenenza. La storia oggi chiede la capacità di uscire per l’incontro dalle strutture che “contengono” la propria identità al fine di renderla più forte e più feconda nel confronto fraterno della trasversalità. Un’Europa che dialoghi solamente entro i gruppi chiusi di appartenenza rimane a metà strada; c’è bisogno dello spirito giovanile che accetti la sfida della trasversalità”.
F.P.