È in corso a palazzo Chigi l’incontro fra governo e sindacati metalmeccanici sul futuro dell’Ilva di Taranto, dopo l’aggiudicazione dello stabilimento ad Am Investco Italy (Arcelor Mittal-Marcegaglia) e l’annuncio di una “cura dimagrante” con migliaia di esuberi. I segretari generali dei sindacati metalmeccanici, Maurizio Landini della Fiom-Cgil, Marco Bentivogli della Fim-Cisl, Rocco Palombella della Uilm e Antonio Spera dell’Ugl sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Secondo i sindacati “il governo deve dare garanzie sui livelli occupazionali e fare chiarezza sul piano industriale”.
“Chiediamo la salvaguardia dell’occupazione – ha detto Landini entrando a palazzo Chigi – il governo ci deve dire cosa intende fare. Chiediamo di fare la trattativa alla luce del sole. Secondo il piano ci sarebbero 5.500 persone che non avrebbero più un lavoro, nonchè rischi per l’indotto con la riduzione della capacità produttiva del gruppo”, che inciderebbe “su migliaia di lavoratori. Stiamo parlando di Taranto, Genova e di tante altre realtà. Di questo vogliamo parlare per avere delle garanzie”.
Dello stesso avviso anche Bentivogli: “L’obiettivo è eliminare i licenziamenti, dare copertura a tutti i lavoratori, cercare di anticipare gli interventi ambientali e verificare che gli investimenti siano coerenti con il piano industriale”. Secondo Bentivogli “l’intervento del governo è importante per centrare tutti gli obiettivi occupazionali, ambientali e industriali”.
A chiedere “chiarezza” è anche Palombella che esprime grande preoccupazione. “Siamo fortemente preoccupati – ha aggiunto Palombella – il governo deve darci il suo sostegno perché si parla di 5.500 esuberi e del futuro della siderurgia”.
Anche Spera dell’Ugl chiede che il governo “scopra le carte e ci faccia sapere stabilimento per stabilimento cosa succede”.