La trattativa sul futuro dell’Ilva tra i sindacati e il nuovo proprietario Am Investco “non può ripartire” se non ci saranno “cambiamenti significativi”. Lo afferma la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, secondo cui “con la decisione dell’Antitrust Ue che ha dato il via libera all’acquisizione dell’Ilva da parte di Arcerlor Mittal, a capo della cordata Am Investco, il quadro ora appare più chiaro”.
“Tra le condizioni poste dalla Ue – sostiene Re David – è prevista la cessione di diversi stabilimenti in Europa, tra cui la Magona di Piombino. Arcelor Mittal deve quindi definire con il possibile nuovo acquirente il piano industriale, affinchè siano assicurati certezza occupazionale e futuro produttivo dello stabilimento. I lavoratori di Piombino non possono essere penalizzati dalle scelte dell’Antitrust Ue”.
Per la vertenza Ilva, aggiunge la sindacalista, “per riattivare il tavolo negoziale occorre una modifica significativa del contratto firmato dai commissari e Arcelor Mittal, che sia in grado di garantire l’occupazione di tutti i 14mila lavoratori, più quelli dell’indotto, con il mantenimento dei diritti acquisiti e dei livelli retributivi”.
Per la Fiom “anche il via libera dei lavoratori è condizionato come quello dell’Antitrust: al risanamento ambientale, all’occupazione stabile, al rispetto del salario e dei diritti.
Un buon acciaio ha bisogno di un buon lavoro”.