L’Unione nazionale consumatori, sulla base dei dati Istat, ha calcolato che il rialzo dello 0,5% per i beni ad alta frequenza di acquisto comporta che una famiglia composta da una coppia con due figli pagherà, in termini di aumento del costo della vita, 76 euro in più su base annua.
L’associazione di consumatori sostiene che una coppia con 1 figlio pagherà nei dodici mesi 72 euro in più, un pensionato con più di 65 anni pagherà 40 euro, 40 euro anche un single con meno di 35 anni, 58 euro una coppia senza figli con meno di 35 anni.
Il record della deflazione a Torino, dove l’abbassamento dei prezzi dello 0,2% consente ad una famiglia di 4 persone di risparmiare 95 euro su base annua in termini di riduzione del costo della vita. Al secondo posto delle città meno care, Roma, con una deflazione dello 0,2% ed una minor spesa annua di 82 euro. Al terzo posto Potenza, dove una tradizionale famiglia di 4 componenti risparmierà 64 euro (-0,2%).
In testa alla classifica delle città più care d’Italia, Trieste, dove l’inflazione dello 0,8% si traduce in un aggravio di spesa, per una famiglia di 4 persone, pari a 322 euro su base annua. Segue Bolzano, dove l’inflazione dello 0,5% determina un aumento del costo della vita pari a 270 euro e Firenze, dove il rialzo dei prezzi dello 0,6% comporta una maggior spesa annua di 261 euro (l’ordine è per spesa aggiuntiva, non per inflazione).
“I prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto passano dal +0,2% di ottobre al +0,5% di novembre, due volte e mezzo. Insomma, a fronte di un’inflazione media annua dello 0,1%, per quei beni che gli italiani non possono comunque smettere di acquistare si registra un’inflazione 5 volte maggiore, un fatto preoccupante se si considera che a dicembre i prezzi dei carburanti si stanno impennando”, conclude l’associazione.