Nel 2021 il sistema produttivo italiano non sembra aver perso competitività nei confronti dei principali partner europei. E’ quanto sottolineato dall’Istat nel Rapporto sulla competitività dei settori produttivi.
L’Indicatore Sintetico di Competitività mostra come la ripresa del 2021 abbia favorito un recupero in comparti molto penalizzati nel corso del 2020: prodotti petroliferi, tessile, abbigliamento.
Costantemente sopra la media risulta la competitività congiunturale di metallurgia, alimentari, bevande, chimica, mentre appaiono in relativo rallentamento automotive e mobili, per lo più a causa di vincoli di offerta sui mercati internazionali.
Nel 2021 il fatturato dell`industria è cresciuto del 22,6% in media annua, recuperando la caduta dell`11,4% registrata nel 2020; la ripresa sul mercato interno (+24,3%) è stata più vivace di quella sui mercati esteri (+19,2%). L`aumento è stato guidato soprattutto dai beni intermedi e strumentali: metallurgia (+59,4%), legno (+34,6%), altre industrie manifatturiere (+30,8%), chimica (+29,9%). Anche i settori più in sofferenza nel 2020 hanno registrato un buon recupero: coke e raffinazione (+38,4%), tessile (+22,2%), abbigliamento (+19,4%) e pelli (+21,9%).
Il fatturato dei servizi è aumentato del 14,1% nel 2021 (-12,0% nel 2020). La crescita, diffusa in tutti i comparti, è stata maggiore nel commercio all`ingrosso (+14,9%) e nelle attività legate al turismo, particolarmente colpite dalla crisi (+29,5% per le agenzie di viaggio, +13,8% il trasporto aereo, +28,3% l`alloggio e ristorazione). In queste ultime, tuttavia, il fatturato è ancora sotto i livelli pre-pandemia. La ripresa del 2021 ha inoltre favorito l`aumento del fatturato nel comparto dei servizi di supporto alle imprese, in particolare di quelli di ricerca e selezione del personale (+26,8%).
Il costo orario del lavoro è aumentato a ritmi moderati, con un andamento più favorevole per l`Italia rispetto a Spagna e, soprattutto, a Francia e Germania. I prezzi alla produzione sono saliti in misura pressoché uniforme. La crescita dei costi si è trasferita solo in parte sull`output, con l`effetto di una diminuzione del mark-up, più accentuata nei servizi, dove le imprese incontrano maggiori difficoltà nel trasferire l`aumento dei costi, vincolate dal più lento recupero della domanda.
tn