La Fismic ha depositato oggi al Tribunale di Torino l’intervento volontario in giudizio nei confronti del ricorso della Fiom contro l’accordo sindacale sulla newco di Pomigliano.
I legali del sindacato autonomo (Carlo Scalenghe, Tiziana D’Amato e Irma Ciaramella) sottolineano, nel documento, che la Fismic a tutela “dei propri iscritti e di tutti coloro che hanno partecipato al referendum, ha interesse affinché vengano ritenute del tutto infondate le conclusioni contenute nel ricorso della Fiom”. Gli accordi, viene spiegato nel documento, sono stati “frutto di una complessa trattativa tra le organizzazioni sindacali e Fiat Group Automobiles e posti a
garanzia dell’occupazione nel rispetto dei diritti dei lavoratori e nel loro preminente interesse”.
La Fiom, in realtà, secondo i legali della Fismic chiede al Tribunale “più che accertamenti e condanne, la catarsi finale dei propri errori”. Perché l’organizzazione della Cgil “avrebbe dovuto sapere che si discute e si vota all’interno del sindacato una linea, la si propone, la si discute con le altre organizzazioni, la si pone al vaglio dei lavoratori attraverso quell’istituto di democrazia diretta
che è il referendum. O si vince o si perde”. E non è giusto “pretendere che la partita venga annullata solo perché la si è persa”.
Il Segretario Generale della Fismic, Roberto Di Maulo, sottolinea che la Fiom “aveva tanto parlato in questi ultimi mesi di anticostituzionalità, di diritti calpestati. Ebbene, nel ricorso che ha presentato di tutti questi argomenti non v’è traccia”.
Il leader Fismic torna infine sui rapporti tra Fiat e Confindustria prendendo spunto dalle dichiarazioni del presidente dell’Unione Industriale di Torino, Gianfranco Carbonato. “Anche io – spiega Di Maulo – ritengo che l’uscita di tutta la Fiat da Confindustria sia ineludibile per modernizzare il sistema delle relazioni sindacali, a partire dalla realizzazione del contratto nazionale dei lavoratori dell’automobile”. (LF)
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