Spiace sempre un accordo separato. Perché quando il fronte sindacale si divide a rimetterci per primi sono i lavoratori, la loro forza diminuisce, la loro capacità di incidere si inceppa. Realisticamente il lavoratore è più debole dell’azienda per cui lavora. Le forze tornano in parità quando i lavoratori parlano tutti assieme. E’ il vecchio slogan, “uniti si vince”. Per questo l’annuncio dell’accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici senza la firma della Fiom è stato un colpo al cuore per chi tiene per l’unità dei lavoratori.
Ma si scopre l’acqua calda quando si dice che la Fiom questo accordo separato l’ha tenacemente cercato. Aver chiesto il rinnovo del biennio economico quando tutti, compresa la Cgil, sono per contratti triennali significa solo una cosa, che non si voleva l’accordo, che si cercava la rottura, per altri fini che non fossero quella di raggiungere un buon contratto. Federmeccanica l’ha detto subito, anzi l’ha detto prima di cominciare la trattativa, quando ancora non era certo se la Fiom avrebbe fatto davvero questo gesto provocatorio.
In più, c’è da dire che probabilmente questo non è un brutto contratto, anzi forse è vero il contrario. Bisognerà attendere la lettura del testo del contratto, perché solo leggendo quello che è stato firmato si potrà dare un giudizio consapevole. Ma le notizie che sono arrivate agli organi di informazione non sono deludenti. L’aumento salariale è in linea con quanto Fim e Uilm avevano chiesto, in più ci sono altre cose importanti, i 15 euro per chi è al minimo, l’incremento della contribuzione aziendale per Cometa, l’istituzione dell’ente bilaterale che interverrà con un fondo per la solidarietà a chi è in cassa integrazione.
Si tratta, appunto, di capire bene tutti i contenuti di questo contratto, ma in un momento difficile per tutti come questo, con le aziende alle prese con diminuzioni di ordini per il 30, il 40%, forse le imprese davvero non potevano fare di più.
Questo poi è un segnale anche per gli altri contratti in discussione, che sono tanti e importanti quanto se non più di quello dei metalmeccanici. La Cgil si è arroccata a difesa della Fiom, ed era ovvio che ciò accadesse, perché in queste condizioni devono scattare le solidarietà di organizzazione. Ma nessuno ignora i veri termini della partita e la speranza generale è che questo episodio non avveleni la più ampia partita dell’insieme dei rinnovi contrattuali. Margini per accordi unitari negli altri settori ci sono, anche se limitati. E’ su questi che occorre puntare, questi sono gli elementi da valorizzare. Forse la partita contrattuale non è ancora persa.
Massimo Mascini
16/10/2009

























