I lavoratori di Poste Italiane sono scesi in piazza oggi, 4 novembre, per uno sciopero nazionale contro la privatizzazione del Gruppo e le conseguenti ricadute sull’occupazione che mettono a rischio “almeno 20 mila posti di lavoro sia nel settore postale sia nel finanziario.”
La mobilitazione è stata proclamata dai sindacati di categoria Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confasal e Ugl Com.“La decisione del Consiglio dei ministri – dichiarano i sindacati – di quotare in Borsa un ulteriore 29,7 per cento e del conferimento alla Cassa depositi e prestiti del rimanente 35 per cento del capitale, con l’uscita definitiva del ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, muta completamente gli assetti societari e il controllo pubblico dell’azienda”.
Inoltre, i sindacati sottolineano come questa decisione segua, a breve scadenza, il primo collocamento azionario di oltre il 30 per cento effettuato nell’ottobre del 2015.
Una privatizzazione che ha “il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per ‘lenire’ il debito pubblico – concludono i sindacati -, ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane sull’intero territorio”.
Previsti per la giornata di oggi anche presidi e manifestazioni in ogni regione. Prosegue intanto il blocco degli straordinari, che si concluderà mercoledì 23 novembre.