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Lavoro, Inapp: 1 giovane su 2 è incerto sul proprio orientamento professionale

redazione
Giugno14/ 2023

I giovani italiani hanno le idee confuse sul proprio futuro lavorativo e, quindi, sulla loro collocazione della società in generale: mancanza di consapevolezza di un’identità professionale e difficoltà nel coniugare le proprie aspirazioni con i propri talenti e le dinamiche del mercato del lavoro sarebbero alla base di questo disorientamento collettivo. Secondo quanto emerge dall’anticipazione di alcuni risultati dell’indagine sui Servizi di orientamento svolta dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare. La percentuale supera il 50% per l’età compresa tra i 18 e i 24 anni e si attesta al 41,2% per la fascia di età 25 e oltre. Sono soprattutto i ragazzi ad avere le idee confuse, il 60% contro il 55% delle femmine, e gli inattivi, coloro che non studiano e non lavorano.

In uno scenario così delineato “si impone una riflessione e una rivisitazione dell’intero sistema dei servizi di orientamento in sinergia col sistema dell’istruzione e della formazione professionale”, afferma il presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda, durante la presentazione del rapporto in corso questa mattina a Roma. “Esiste un bisogno inespresso di orientamento che deve essere intercettato e soddisfatto attraverso un accompagnamento che faciliti i complicati passaggi dei giovani nelle varie tappe del loro percorso, sia esso formativo che professionale”.

Proprio riguardo alla fruizione dei servizi di orientamento, il 38,1% degli intervistati dichiara di non averne mai usufruito. Tra i motivi di tale scelta la percezione di un’assenza di necessità, dovuta in parte all’idea che tali servizi siano utili soprattutto nella fase di ricerca di un lavoro. Ma c’è anche un altro dato che desta preoccupazione: circa il 13% ne ignora l’esistenza. Quando ci si va è per motivi molto specifici: ricerca di informazioni su opportunità di tirocini e stage, supporto nella ricerca del lavoro. Inoltre, non va trascurato un altro dato: il 19.5% dei giovani chiede all’orientamento una consulenza che li aiuti a capire e definire i propri obiettivi lavorativi e formativi, segnale che la confusione e l’incertezza sul proprio futuro è un’esigenza che viene percepita, almeno da un ragazzo su cinque.

L’indagine si è concentrata anche sui valori attribuiti dai giovani al lavoro, mostrando un cambiamento di prospettiva. I giovani, infatti, intendono sempre più il lavoro come progetto di vita e non più solo come strumento di guadagno, mettendo al centro la qualità di vita. I giovani, quindi, cercano situazioni lavorative in cui possono realizzare sé stessi sia dal punto di vista umano che professionale.

“Manca un sostegno educativo distribuito durante tutto l’arco della vita – aggiunge Fadda -. Il Pnrr prevede una riforma dell’orientamento, il ministero dell’Università e della Ricerca mette a disposizione dell’education circa 200milioni per i prossimi anni, ma è necessario un ripensamento generale dell’orientamento, accompagnato da percorsi di formazione innovativi e da una destinazione più mirata delle risorse nel quadro della evoluzione dei fabbisogni professionali e formativi”.

e.m.

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