• Today is: venerdì, Giugno 2, 2023

Lavoro, Istat: nel 2020 significativo calo degli occupati (-464mila), aiuti a 10,6 mln famiglie e Cig al 44,5% dei dipendenti

redazione
Gennaio17/ 2022

Nel 2020 i dati delle forze di lavoro hanno evidanziato una significativa riduzione degli occupati (-464mila) rispetto all’anno precedente, con una conseguente caduta del tasso di occupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni (dal 59% al 58,1%), accompagnata dalla contestuale riduzione dei disoccupati (-269mila; dal 10,2% al 9,4% la riduzione del tasso di disoccupazione) e da un consistente incremento degli inattivi (+567mila; dal 34,3% al 35,9% l’aumento del tasso di inattività). E’ quanto sottolinea un focus su occupazione e redditi dell’Istat, condotta utilizzando per la prima volta una nuova base informativa sviluppata a partire dal sistema dei registri statistici dell’istituto.

Rispetto all’anno precedente, nel 2020 la diminuzione del tasso di disoccupazione è stata più accentuata nel quinto di reddito equivalente più povero (-3,3 p.p) così come l’aumento del tasso di inattività (+2,4 p.p.) mentre nel terzo quinto la riduzione del tasso di occupazione (dal 61,6% al 60%) è compensata, quasi totalmente, da un incremento del tasso di inattività (dal 33,1% al 34,7%).

Inoltre, l’Istat sottolinea come le misure esistenti e quelle introdotte nel corso del 2020 hanno attenuato significativamente l’impatto della crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria. Nel complesso circa 10,6 milioni di famiglie (il 40,7% del totale) hanno ottenuto almeno un trasferimento e, tra le famiglie beneficiarie, il 15,2% ha ricevuto più di un tipo di sussidio.

In particolare, tra le famiglie beneficiarie l’84,3% ha percepito esclusivamente sussidi legati all’attività lavorativa (indennità per lavoratori autonomi e atipici, cassa integrazione guadagni, bonus lavoratori domestici e bonus baby-sitting); il 12,7% unicamente sussidi di contrasto alla povertà (reddito e pensione di cittadinanza, reddito di emergenza) e il 3% entrambe le tipologie.

Il 55,4% delle famiglie beneficiarie ha ricevuto esclusivamente sostegni al reddito preesistenti, quali Cig e RdC; il 32,3% solo misure disegnate per l’emergenza Covid-19 (indennità per lavoratori autonomi e atipici, bonus lavoratori domestici, bonus baby-sitting, Rem) e il 12,3% ha percepito entrambe le tipologie.

Si stima che nel 2020 per il 44,5% dei lavoratori dipendenti del settore privato extra-agricolo sia stata utilizzata almeno un’ora in Cig. La quota raggiunge il 51,3% per i lavoratori a tempo indeterminato, evidenziando forti concentrazioni nei settori delle costruzioni e degli alberghi e ristoranti (oltre il 70%). Rispetto alla distribuzione del reddito, la percentuale di percettori di Cig è maggiore nei tre quinti centrali (oltre 47%).

L’indennità per i lavoratori autonomi e atipici ha riguardato il 10,8% della popolazione in età attiva, con incidenze più elevate nel quinto più povero (13,6%) e in alcuni settori, quali agricoltura (65,2%), costruzioni (30%), alberghi e ristoranti (29,2%) e commercio (26,5%). Nel 2020 il 75,5% delle famiglie beneficiarie del RdC è collocato nel quinto di reddito più povero.

Il reddito di emergenza, la misura emergenziale di contrasto alla povertà, ha coinvolto il 62,4% delle famiglie appartenenti al quinto più povero. Sebbene le erogazioni del RdC siano destinate principalmente a famiglie con una prevalenza di componenti inattivi, a partire da maggio 2020 si è osservata una diminuzione di queste ultime (dal 69,7% fino ad aprile al 57,2%) e un aumento della quota di famiglie con una prevalenza di individui occupati (dal 19,9% al 30,8%). Il Rem ha coinvolto una quota più ampia di famiglie con individui di cittadinanza non italiana (24,3%) rispetto al RdC (14,4%).

E.G.

redazione