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Lavoro, Landini: pronti a referendum contro sfruttamento e precarietà

redazione
Agosto28/ 2023

Se l’estate e le ferie tendono a far allentare la presa sulle urgenze del Paese, il leader della Cgil, Maurizio Landini, non perde il punto. Precarietà, fisco, salario minimo, in un’intervista pubblicata sul Quotidiano Nazionale Landini passa in rassegna quelli che sono i temi bandiera del sindacato che il 7 ottobre verranno portati in piazza per la manifestazione nazionale “per indicare al Paese la via maestra dell’attuazione della Costituzione per fermare l’autonomia differenziata e per affermare la pace”.

Il lavoro resta il centro della battaglia della Cgil, soprattutto quello giovanile. Per Landini, infatti, se si pensa agli oltre 120mila giovani che ogni anno si trasferiscono all’estero, è “venuto il momento di mettere in discussione quelle logiche sbagliate che hanno prodotto leggi precarizzanti e un impoverimento del lavoro”. E il lavoro povero, appunto, è una piaga che ormai sta diventando endemica in Italia: “Se è aumentata la disuguaglianza e si può essere poveri anche lavorando non è per colpa di chi lavora, ma per le scelte sbagliate che sono state fatte”, afferma. In questo senso si indirizza il lavoro del sindacato, per “cambiare le leggi precarizzanti fatte da tutti i governi. Se governo e Parlamento non intervengono siamo pronti nei prossimi mesi a prendere in considerazione un referendum per abrogare quelle leggi folli, compreso il Jobs Act”.

Sul capitolo della manovra finanziaria, per Landini “non è vero che non ci sono risorse”, ma vanno prese dove servono. Mi riferisco al Pnrr, ai fondi comunitari 2021-2027, al Fondo di sviluppo e coesione: qui ci sono risorse decisive per affrontare quei nodi strutturali che possono dare un futuro al nostro Paese”. Inoltre, il leader della Cgil ribadisce la necessità di una concreta azione contro l’evasione fiscale: “Con 100 miliardi di evasione si deve dire basta ai condonie ai concordati preventivi. È il momento di tassare la rendita finanziaria e le rendite immobiliari. È il momento non di fare spot elettorali, facendo finta di tassare gli extra-profitti delle banche, per farli diventare crediti di imposta”.

Quanto al salario minimo, che ha infuocato il dibattito pubblico con le dichiarazioni della premier Meloni sul ruolo di mediatore del Cnel, per Landini “è un errore scaricare responsabilità politiche sul Cnel, che non può sostituirsi né al governo né al Parlamento né tantomeno alle parti sociali. È il governo che si deve assumere le sue responsabilità, convocando le parti sociali più rappresentative”. Quello che serve è “una legge sulla rappresentanza che è la via per cancellare i contratti pirata, dando validità di legge ai contratti dei soggetti rappresentativi e certificati. Una legge che dia il diritto ai lavoratori di votare gli accordi che li riguardano. Dentro questo contesto, per noi è venuto il momento di introdurre un salario orario minimo che valga per tutti i contratti come soglia sotto la quale nessuno può essere retribuito”.

e.m.

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