“La direttiva è un primo ma cruciale approdo del precorso di costruzione di quell`economia sociale di mercato sancita dai Trattati, in cui l`azione solidaristica, rilanciata con l`approvazione del Pilastro sociale, è uno dei tratti fondativi dell`Unione e fattore imprescindibile per promuovere una crescita equa e sostenibile dell`Unione”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a Bruxelles al Consiglio europeo dei ministri del Lavoro nella sessione sul salario minimo nell’Ue.
“Oggi – ha detto il ministro – avviamo un processo che pone le basi per affrontare a livello nazionale un problema comune e transnazionale. C`è una questione salariale, aggravata della pandemia, che attraversa trasversalmente tutti gli Stati membri. Credo fermamente che la Direttiva in discussione ponga le basi metodologiche corrette per orientare gli Stati membri nell`affrontarla”.
Un punto che “sta particolarmente a cuore al governo italiano è quello della promozione della contrattazione collettiva. Su tale aspetto la Direttiva riconosce le specificità, le prerogative, i principi e i valori costituzionali degli Stati Membri”.
In Italia, secondo Orlando, “la questione salariale è aggravata dalla proliferazione dei cosiddetti contratti collettivi pirata che da fattore residuale è divenuto fenomeno largamente diffuso con effetti rilevanti sul nostro sistema di relazioni industriali in cui si annidano pratiche che sono eticamente e giuridicamente inaccettabili”.
Pratiche che “colpiscono, al tempo stesso, i lavoratori e le imprese. Proprio per questo, dal nostro punto di vista, è cruciale attuare la direttiva promuovendo una contrattazione collettiva di qualità che, selezionando gli agenti negoziali rappresentativi, ne preservi la capacità di garantire condizioni di lavoro e di retribuzione eque e dignitose, tutelando, al tempo stesso, le imprese da fenomeni di concorrenza sleale e dumping salariale che minano alle fondamenta la competitività nel mercato interno europeo”.
E ancora: “sappiamo che l`equilibrio raggiunto dalla Presidenza è molto sensibile e che, su di esso, si aprirà un doveroso e delicato negoziato con il Parlamento Europeo. Sono certo che con il dialogo e il confronto sapremo trovare la strada giusta per proseguire nella costruzione di una Unione socialmente forte, equa e inclusiva. Non è accettabile che il lavoro condanni a una condizione di povertà. Di questo questo principio che oggi riusciamo ad affermare dobbiamo essere tutti soddisfatti”.
E.G.