• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
giovedì, 6 Novembre 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Quattro osservazioni critiche a proposito di Giorgia Meloni

    Giustizia, Meloni: creare un solco dalla riforma per salvare la pelle

    Istat, nel 2016 il reddito medio delle famiglie cresce del 2%

    La cessione del credito retributivo per il versamento delle quote sindacali è legittima anche dopo il referendum abrogativo

    Manovra, tutti soddisfatti, da Tajani a Salvini. Meloni vanta l’aumento di salari e sanità e Giorgetti “incassa” i miliardi delle banche: “non saranno contente? Mi aspetto uno sforzo di sistema e che questa cosa non sia drammatizzata”. La conferenza stampa dopo il Cdm

    Fiscal drag, la truffa della politica sociale targata Meloni-Salvini

    Meloni, l’underdog dal consenso inossidabile ottenuto rinnegando sé stessa

    Legge elettorale, problemi per Meloni: spunta la Triplice alleanza Salvini, Tajani, Schlein

    Lavoro, Fondosviluppo: al via call da 500.000 euro per favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate in cooperativa

    Licenziamento e disabilità: l’accomodamento è un dovere, non un miracolo

    Amazon diventa un operatore postale in Italia

    Il futuro del lavoro che non c’è

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Novartis, raggiunto accordo, 7 assunti

    Farmacie private, adesione “massiccia” allo sciopero per il rinnovo del contratto

    Ricostruire una finanza che torni a servire la società, i diritti, la sostenibilità e la pace: politica e sindacato a confronto sull’“economia della paura’’

    Ricostruire una finanza che torni a servire la società, i diritti, la sostenibilità e la pace: politica e sindacato a confronto sull’“economia della paura’’

    Tim, l’offerta del Mef su Sparkle non soddisfa, mandato all’ad per negoziare

    Call center Telecontact, Tim conferma l’esternalizzazione di 1600 dipendenti. I sindacati proclamano lo sciopero

    Tim, l’offerta del Mef su Sparkle non soddisfa, mandato all’ad per negoziare

    Tim, sindacati: sciopero dei lavoratori Telecontact per il 17 novembre

    Per Octav! La fiaccolata dei sindacati ai Fori Imperiali

    Per Octav! La fiaccolata dei sindacati ai Fori Imperiali

    Welfare Italia, investire sul capitale umano per affrontare la transizione demografica e i nuovi scenari del mondo del lavoro

    Welfare Italia, investire sul capitale umano per affrontare la transizione demografica e i nuovi scenari del mondo del lavoro

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione
    Il “vissuto” dei manager oggi e domani

    Dirigenti terziario, Confcommercio e Manageritalia rinnovano il contratto prima della scadenza: al centro genitorialità, parità e invecchiamento attivo

    Firmato il nuovo contratto scuola, aumenti da 80 a 110 euro

    Istruzione e ricerca, firmato il contratto 2022/24, aumenti di oltre 150 euro. Non firma la Flc Cgil

    Vetro, varata la piattaforma di rinnovo del contratto, 205 euro di aumento

    Vetro, al via il tavolo per il rinnovo del contratto: chiesti 235 euro

    Raggiunto l’accordo per il contratto, aumento medio 79 euro

    Settore occhialeria, al via la trattativa per rinnovo del contratto 2026-2028

    I dati Istat sul commercio al dettaglio – Settembre 2025

    L’audizione della Cisl sulla Manovra 2026

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    La Cina ha già vinto, di Alessandro Aresu. Feltrinelli Editore

    La Cina ha già vinto, di Alessandro Aresu. Feltrinelli Editore

    Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne), di Alberto Saravalle e Carlo Stagnaro

    Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne), di Alberto Saravalle e Carlo Stagnaro

    Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

    Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

    L’umanità di domani. Dieci numeri per comprendere il nostro futuro, di Paul Morland

    L’umanità di domani. Dieci numeri per comprendere il nostro futuro, di Paul Morland

    La rivoluzione della longevità, di Myriam Defilippi e Maurizio De Palma. Editore Il Sole 24 Ore

    La rivoluzione della longevità, di Myriam Defilippi e Maurizio De Palma. Editore Il Sole 24 Ore

    Anche i ricchi piangono. La crisi del modello Milano e delle global city. Editore Baldini+Castoldi

    Anche i ricchi piangono. La crisi del modello Milano e delle global city. Editore Baldini+Castoldi

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Quattro osservazioni critiche a proposito di Giorgia Meloni

    Giustizia, Meloni: creare un solco dalla riforma per salvare la pelle

    Istat, nel 2016 il reddito medio delle famiglie cresce del 2%

    La cessione del credito retributivo per il versamento delle quote sindacali è legittima anche dopo il referendum abrogativo

    Manovra, tutti soddisfatti, da Tajani a Salvini. Meloni vanta l’aumento di salari e sanità e Giorgetti “incassa” i miliardi delle banche: “non saranno contente? Mi aspetto uno sforzo di sistema e che questa cosa non sia drammatizzata”. La conferenza stampa dopo il Cdm

    Fiscal drag, la truffa della politica sociale targata Meloni-Salvini

    Meloni, l’underdog dal consenso inossidabile ottenuto rinnegando sé stessa

    Legge elettorale, problemi per Meloni: spunta la Triplice alleanza Salvini, Tajani, Schlein

    Lavoro, Fondosviluppo: al via call da 500.000 euro per favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate in cooperativa

    Licenziamento e disabilità: l’accomodamento è un dovere, non un miracolo

    Amazon diventa un operatore postale in Italia

    Il futuro del lavoro che non c’è

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Novartis, raggiunto accordo, 7 assunti

    Farmacie private, adesione “massiccia” allo sciopero per il rinnovo del contratto

    Ricostruire una finanza che torni a servire la società, i diritti, la sostenibilità e la pace: politica e sindacato a confronto sull’“economia della paura’’

    Ricostruire una finanza che torni a servire la società, i diritti, la sostenibilità e la pace: politica e sindacato a confronto sull’“economia della paura’’

    Tim, l’offerta del Mef su Sparkle non soddisfa, mandato all’ad per negoziare

    Call center Telecontact, Tim conferma l’esternalizzazione di 1600 dipendenti. I sindacati proclamano lo sciopero

    Tim, l’offerta del Mef su Sparkle non soddisfa, mandato all’ad per negoziare

    Tim, sindacati: sciopero dei lavoratori Telecontact per il 17 novembre

    Per Octav! La fiaccolata dei sindacati ai Fori Imperiali

    Per Octav! La fiaccolata dei sindacati ai Fori Imperiali

    Welfare Italia, investire sul capitale umano per affrontare la transizione demografica e i nuovi scenari del mondo del lavoro

    Welfare Italia, investire sul capitale umano per affrontare la transizione demografica e i nuovi scenari del mondo del lavoro

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione
    Il “vissuto” dei manager oggi e domani

    Dirigenti terziario, Confcommercio e Manageritalia rinnovano il contratto prima della scadenza: al centro genitorialità, parità e invecchiamento attivo

    Firmato il nuovo contratto scuola, aumenti da 80 a 110 euro

    Istruzione e ricerca, firmato il contratto 2022/24, aumenti di oltre 150 euro. Non firma la Flc Cgil

    Vetro, varata la piattaforma di rinnovo del contratto, 205 euro di aumento

    Vetro, al via il tavolo per il rinnovo del contratto: chiesti 235 euro

    Raggiunto l’accordo per il contratto, aumento medio 79 euro

    Settore occhialeria, al via la trattativa per rinnovo del contratto 2026-2028

    I dati Istat sul commercio al dettaglio – Settembre 2025

    L’audizione della Cisl sulla Manovra 2026

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    La Cina ha già vinto, di Alessandro Aresu. Feltrinelli Editore

    La Cina ha già vinto, di Alessandro Aresu. Feltrinelli Editore

    Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne), di Alberto Saravalle e Carlo Stagnaro

    Capitalismo di guerra. Perché viviamo già dentro un conflitto globale permanente (e come uscirne), di Alberto Saravalle e Carlo Stagnaro

    Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

    Il costruttore e il giocatore. Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, e la fine di un grande gruppo industriale, di Luciano Segreto, Feltrinelli

    L’umanità di domani. Dieci numeri per comprendere il nostro futuro, di Paul Morland

    L’umanità di domani. Dieci numeri per comprendere il nostro futuro, di Paul Morland

    La rivoluzione della longevità, di Myriam Defilippi e Maurizio De Palma. Editore Il Sole 24 Ore

    La rivoluzione della longevità, di Myriam Defilippi e Maurizio De Palma. Editore Il Sole 24 Ore

    Anche i ricchi piangono. La crisi del modello Milano e delle global city. Editore Baldini+Castoldi

    Anche i ricchi piangono. La crisi del modello Milano e delle global city. Editore Baldini+Castoldi

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Deroghe o regole - Le deroghe non potranno destrutturarlo

Le deroghe non potranno destrutturarlo

1 Marzo 2011
in Deroghe o regole

Le recenti vicende Fiat possono avere ripercussioni sulla contrattazione collettiva e sulla rappresentanza imprenditoriale sulle quali può essere utile soffermarsi.
Dal primo punto di vista, è indicativo il ruolo ‘giocato’ dalle clausole di uscita. Ricordo, in proposito che tali clausole sono state formalizzate per la prima volta nell’Accordo Quadro del gennaio 2009, che ha riconosciuto anzi una facoltà di deroga estremamente ampia, se non indeterminata, sotto ogni profilo: quello delle finalità, degli istituti derogabili, della durata delle deroghe e del livello negoziale al quale possono essere introdotte.
L’Accordo Interconfederale con Confindustria dell’aprile successivo ha opportunamente integrato la disciplina dell’Accordo Quadro ed ha previsto che «la facoltà di modificare è esercitabile solo a livello territoriale sulla base di parametri oggettivi individuati dal ccnl» e, «in ogni caso», con l’approvazione delle intese da parte dei soggetti stipulanti il contratto di categoria.
Si trattava, lo ricordo, delle condizioni più rilevanti che anche la Commissione Giugni aveva indicato non solo per salvaguardare le deroghe che le parti possono ritenere opportune e/o indispensabili – nella prospettiva dell’autonomo ordinamento – al fine di garantire l’adeguamento delle previsioni di livello superiore alle concrete situazioni e interessi da regolare, ma anche per rafforzare il raccordo tra politiche contrattuali di diverso livello, confermando che il ruolo di governo del sistema contrattuale e del decentramento doveva rimanere saldamente affidato ai soggetti negoziali nazionali e, dunque, al contratto nazionale: insomma, per favorire la sperimentazione ‘controllata’ di nuovi assetti normativi e rendere il modello contrattuale più elastico, ma comunque coeso.
Né il ccnl metalmeccanici del 2009, firmato solo da Cisl e Uil, né gli altri contratti nazionali stipulati – tutti unitariamente – dopo l’accordo interconfederale, hanno però dettato una disciplina in materia di clausole di uscita: probabilmente proprio per non aggravare, nel primo caso, e per gestire, negli altri, i problemi connessi alla firma separata degli accordi interconfederali e le prevedibili conseguenze negative che la divisione dei sindacati avrebbe potuto avere sulla gestione e l’efficacia dei contratti di categoria rinnovati.
Questa è la situazione nella quale è stato stipulato l’accordo di Pomigliano: un accordo che ha disatteso del tutto le previsioni dell’Accordo Interconfederale Confindustria e ignorato la mancanza di una disciplina delle clausole di uscita nel contratto nazionale e le sue motivazioni.
In queste condizioni mi è parso subito evidente che l’accordo costituiva uno ‘strappo’ rilevante alla funzione del contratto di categoria e andava ancora oltre, perché equivaleva ad un disconoscimento delle scelte compiute dall’associazione di rappresentanza delle imprese. Insomma Pomigliano pre-annunciava scelte ulteriori, come l’uscita dal contratto nazionale e dal sistema di rappresentanza di Confindustria. Tanto vero che la strada delle deroghe al contratto nazionale, riconfermata ad hoc con una appendice al contratto dei metalmeccanici nel settembre 2010, è stata subito scartata perché, si è detto, era inefficace.
Il primo problema che si pone, quindi, in una fase in cui la globalizzazione apre alle imprese inattese, quanto ampie, opportunità di concorrenza sui livelli salariali e sono assenti politiche industriali pubbliche che ne possano contrastare anche gli effetti economico-sociali, è come si evolverà la struttura della contrattazione collettiva e, in particolare, quale ruolo avrà il contratto nazionale, il cui obiettivo naturale è quello di porre alcuni trattamenti – salariali e normativi – al riparo della concorrenza.
L’ambito nazionale, infatti, non è più vantaggioso per le imprese che competono sul mercato globale, come indica la stipulazione da parte Fiat del contratto di primo livello. La crisi economica e produttiva, d’altra parte, favorisce la diffusione di contratti decentrati in deroga peggiorativa. In entrambi i casi, ne risultano limitati i poteri e le prerogative dei soggetti negoziali nazionali.
Penso, perciò, che i processi economici in atto avranno effetti rilevanti sulla struttura contrattuale dei diversi settori, ma non di tutti i settori e non in misura omogenea. In particolare, non credo che in Italia si possa arrivare ad una totale destrutturazione del sistema contrattuale a due livelli, per diverse ragioni. Innanzitutto, perché la nostra struttura produttiva è composta in larghissima parte da piccole e piccolissime imprese, che non fanno contrattazione aziendale. Poi perché per le imprese – e per le loro organizzazioni – il contratto nazionale è uno strumento ancora insostituibile di prevedibilità dei costi e di stabilità delle relazioni sindacali e perché il sistema contrattuale a due livelli costituisce una risorsa, e non un vincolo, quando si devono realizzare – sotto la pressione del mercato – processi di riorganizzazione e di ristrutturazione. Perché, infine, neanche Cisl e Uil sono disponibili a tale cambiamento.
Nel prossimo futuro, quindi, servirà una dose consistente di innovazione organizzativa e contrattuale delle parti sociali e il recupero della cultura del mestiere sindacale: perché, come ha notato Gian Primo Cella, proprio le vicende Fiat, segnate dall’iniziativa dominante dell’azienda e dall’approssimativa qualità dei metodi negoziali, ne indicano un sostanziale appannamento.
Quanto alle organizzazioni imprenditoriali, come ho accennato all’inizio penso che le vicende Fiat – e la loro ricaduta sul sistema contrattuale – costituiscano una sfida a Confindustria ed al ruolo che svolge nel governo nazionale delle politiche contrattuali e del costo del lavoro e nel sistema di relazioni industriali.
A ridimensionare questo ruolo, peraltro, potrebbero concorrere altre trasformazioni in corso, come la costituzione di “Rete Impresa Italia” da parte delle tre grandi organizzazioni delle imprese artigiane – Confartigianato, CNA e Casartigiani -, di Concommercio e di Confesercenti.
Rete imprese Italia segna una svolta radicale nei criteri di organizzazione delle imprese: fa venir meno, in particolare, quelli legati alla diversa tipologia delle imprese e al loro orientamento politico; rafforza quello legato alle dimensioni delle imprese, quelle piccole e piccolissime, che sono la stragrande maggioranza del nostro tessuto produttivo.
Questa fusione segnala, peraltro, la difficoltà – che coinvolge anche i sindacati dei lavoratori – di mantenere e di far funzionare in modo efficace le organizzazioni a fronte della necessità di contenere i costi e, contemporaneamente, di espandere i servizi agli associati, in modo da conservare o estendere la propria capacità di rappresentanza, che è, invece, tendenzialmente in calo.
E proprio da quest’ultimo punto di vista – considerato che la membership di Rete Impresa Italia è notevolmente più ampia di quella di Confindustria – sarà interessante valutare anche gli effetti della sua costituzione sul ruolo dominante finora svolto da Confindustria nel sistema di relazioni industriali.

Lauralba Bellardi professore ordinario di diritto del Lavoro, Università di Bari

redazione

redazione

In evidenza

Novartis, raggiunto accordo, 7 assunti

Farmacie private, adesione “massiccia” allo sciopero per il rinnovo del contratto

6 Novembre 2025
Ricostruire una finanza che torni a servire la società, i diritti, la sostenibilità e la pace: politica e sindacato a confronto sull’“economia della paura’’

Ricostruire una finanza che torni a servire la società, i diritti, la sostenibilità e la pace: politica e sindacato a confronto sull’“economia della paura’’

6 Novembre 2025
Federmeccanica: la ripresa c’è, ma è ancora troppo lenta

Confindustria, Bdi, Medef all’Ue: è necessario un cambio di passo oppure si rischia il declino dell’industria

6 Novembre 2025
L’Ocse boccia la scuola italiana

Contratto Scuola, presidi Anp: sulla governance una occasione mancata

6 Novembre 2025
Sorrentino: bene avvio trattative per la sanità, ma necessario sbloccare tutti i contratti pubblici

UGL Salute: servono risultati concreti sull’abbattimento delle liste di attesa

6 Novembre 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi