L’espansione dei Comitati aziendali europei coincide con l’aumento delle ristrutturazioni industriali e accelera i processi di acquisto e fusione. E’ quanto si legge nel rapporto della Fondazione di Dublino sullo sviluppo dei Cae nella Ue, basato su quattro nuovi Stati membri, ovvero Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia. I risultati migliori, secondo lo studio, arrivano dai Cae che adottano un comportamento attivo. Questi coltivano interessi condivisi e obiettivi comuni con l’azienda e risultano in grado di affrontare adeguatamente i nodi maggiori, come la crescita della competitività e la gestione delle relazioni industriali. Qui l’informazione dei lavoratori ha un valore realmente formativo e non si limita al piano formale, mentre vengono introdotte buone pratiche di rappresentanza che si rivelano fondamentali soprattutto all’interno delle multinazionali. Risulta incentivata la linea del dialogo sociale e, nel rapporto con l’azienda, gli impiegati possono comprendere meglio i cambiamenti strutturali e partecipare alla ricerca delle soluzioni. Per migliorare il ruolo dei Cae, continua il rapporto, è necessario sviluppare un’ampia cultura del lavoro e coinvolgere anche i sindacati sul piano strategico. E’ fondamentale attivare percorsi di formazione specifici, con lo scopo di garantire la rappresentanza anche per i nuovi Stati membri attraverso un coinvolgimento attivo. I Cae devono integrarsi anche nelle industrie locali e, infine, occorre sviluppare una cultura partecipativa che garantisca il coinvolgimento dei delegati nelle pratiche di gestione dei Comitati. (Edn)
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