Via libera del Senato alla legge di bilancio 2026 da circa 22 miliardi di euro, con 113 voti favorevoli, 70 contrari e 2 astenuti. Una manovra, ha rivendicato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, improntata alla prudenza e che dovrebbe portare l’Italia ad uscire dalla procedura di deficit eccessivo già nel 2026, con un anno di anticipo rispetto all’obiettivo concordato con Bruxelles.
L’approvazione in prima lettura è arrivata con il voto di fiducia al termine di un percorso non privo di inciampi nel corso dell’esame in Commissione che ha cambiato profondamente il testo approvato in Consiglio dei ministri con al centro la riduzione dal 35% al 33% del terzo scaglione Irpef per i redditi fino 50mila euro, il rifinanziamento del fondo sanitario, il prelievo dal settore bancario e la nuova pace fiscale in 54 rate.
Non sono mancati i momenti di forte tensione in maggioranza a Palazzo Madama culminati con lo stop della Lega alle misure sulle pensioni in materia di riscatto della laurea e di finestre pensionistiche, ritirate dal governo. Marcia indietro anche sugli emendamenti di FdI che puntavano a reintrodurre la vendita della cannabis light e ad alzare la soglia del contante a 10mila euro. Stop in extremis pure alla riapertura del condono edilizio del 2003, allo scudo per le imprese con lavoratori sottopagati, all’allentamento dei vincoli sulle “sliding doors” tra authority ed aziende vigilate.
Profondamente rivisto il pacchetto per le imprese, oggetto di un emendamento omnibus presentato dal governo. Particolarmente travagliato anche l’iter della norma sull’oro della Banca d’Italia approvata alla terza formulazione dopo una trattativa con la Banca Centrale Europea.
La manovra passa ora “blindata” alla Camera che dovrà approvarla senza modifiche per evitare una terza lettura che rischierebbe di portare all’esercizio provvisorio. L’Aula di Montecitorio dovrebbe iniziare l’esame domenica per chiudere il 30 dicembre.
Tra le principali modifiche approvato nel corso dell’esame in Senato, la cedolare secca sugli affitti brevi che resta al 21% sul primo immobile affittato anche se si utilizzano piattaforme online. Sale al 26% per il secondo immobile. Dal terzo immobile l’affitto diventa diventa attività d’impresa.
Arrivano 605 milioni in due anni dalla stretta sulla deducibilità fiscale delle perdite accumulate dalle banche. La norma riduce la percentuale di compensazione del maggiore imponibile derivante dalla mancata deduzione per svalutazione crediti con perdite ed ecceddenze ACE dal 45% al 35% nel 2026 e dal 54% al 42% nel 2027.
La relazione tecnica prevede un gettito di 305 milioni di euro nel 2026 e 300 in più nel 2027.
Franchigia di 90mila euro sull’aumento di due punti percentuali dell’Irap per banche ed assicurazioni oltre all’esclusione dalla maggiorazione di Sim, SGR, Sicav e holding industriali. La nuova disposizione riduce il gettito dell’aumento Irap a 962 milioni nel 2026 (-190 milioni) a 1069 milioni nel 2027 (-269 milioni) e a 1058 milioni nel 2028 (-277 milioni).
Previsto il versamento al bilancio dello Stato di somme del Fondo per lo sviluppo e la coesione iscritte nel conto residui del Ministero dell’economia per un importo di 1.532 milioni per il 2026 e di 1.000 milioni per il 2027. Arriva anche la riduzione complessiva di 500 milioni di euro del FSC per il triennio 2026-2028.
Tagli al fondo per l’accesso al pensionamento anticipato dei lavoratori precoci, quelli che hanno almeno 12 mesi di contribuzione prima del compimento del diciannovesimo anno di età. L’autorizzazione di spesa viene ridotta di 20 milioni di euro nel 2027, di 60 milioni nel 2028 e di 90 milioni a decorrere dal 2029. Prevista una ulteriore riduzione di 140 milioni nel 2033 e di 190 milioni dal 2034. Arriva un taglio di 40 milioni a decorrere dal 2033 anche al fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in attività usuranti. La dotazione del fondo, attualmente pari a 233 milioni di euro, scende quindi dal 2033 a 193 milioni di euro.
L’obbligo di versare il Tfr al fondo complementare scatta dal 2026 anche per le imprese che abbiano superato i 50 dipendenti dopo la loro costituzione. In via transitoria per il biennio 2026-2027 l’obbligo è limitato ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l’estensione dell’obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40.
Salta la possibilità di cumulare la rendita dei fondi complementari per raggiungere la soglia minima dell’assegno pensionistico accedere alla pensione anticipata di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi. La norma consente un risparmio sulla spesa crescente da 12,6 milioni nel 2026 a 130,8 milioni nel 2035.
Istituita una ritenuta d’acconto per le fatture tra imprese. Per il 2028 la ritenuta viene introdotta con un’aliquota ridotta dello 0,5% che poi sale all’1% dal 2029. Il gettito della misura viene calcolato in 734,5 milioni di euro che poi salgono a 1.469 a decorrere dal 2029 quando l’aliquota sale all’1%.
Viene incrementato di 1,3 miliardi di euro nel 2026 il fondo per Industria 4.0, limitatamente agli investimenti effettuati prima del 31 dicembre 2025. Il limite di spesa passa quindi da 2,2 miliardi di euro a 3,5 miliardi di euro.
Per i contratti rinnovati dal 2024 arriva una tassazione agevolata al 5%, sugli incrementi retribuitivi corrisposti dal 1 gennaio 2026. La platea dei beneficiari viene estesa dai redditi fino a 28mila euro e portata a 33mila.



























