Siamo ai titoli di coda, il comitato indipendente di lavoratrici e lavoratori del settore cinema e audiovisivo, aderisce allo sciopero generale contro la legge di bilancio proclamato per il 28 e 29 novembre dai sindacati di base COBAS, CUB, SGB e USB. Il settore, già in crisi per il blocco delle produzioni occorso con la riforma del tax credit voluta dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano, è stato pesantemente colpito dai tagli programmati dalla ragioneria di Stato, pari a 150milioni per il 2026 e 200milioni dal 2027. “L’ennesimo disastro annunciato”, deunciano. “È giunto il momento di alzare la voce”, scrivono in un comunicato. “Ci raduneremo uniti per manifestare e far sentire il nostro dissenso contro un sistema che ci sfrutta, ci impoverisce e mette a rischio la sopravvivenza stessa della nostra arte e professione.
Le ragioni alla base dell’adesione sono molteplici: dal rifiuto di una manovra “che destina risorse altrove mentre il nostro settore viene dilaniato in tutto il suo tessuto produttivo e occupazionale”, alla richiesta di un sistema di welfare, ora assente, “che ci tuteli da disoccupazione, malattia e infortuni, riconoscendo la discontinuità e la precarietà strutturale del nostro lavoro, specialmente in questo periodo di gravissima criticità indotta dallo stesso governo”. Ma non solo. Il comitato denuncia anche il crollo delle condizioni di lavoro e sicurezza, con “ritmi insostenibili, orari massacranti e la costante diminuzione degli standard di sicurezza per le troupe”.
Altra criticità riguarda il rinnovo del Ccnl Troupe, fermo dal 1999. “È inammissibile che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per le troupe non sia stato rinnovato per oltre venticinque anni. Questo vuoto normativo è la radice del nostro sfruttamento specialmente per quello che ci viene proposto per il futuro”. Ma anche dipende anche dalla denunciata “inefficacia delle rappresentanze sindacali. Riteniamo che le attuali rappresentanze sindacali confederali siano state totalmente fallimentari e inefficaci, se non del tutto inesistenti, nel tutelare i diritti di noi lavoratrici e lavoratori. È giunto il momento di un’azione dal basso”.
In conclusione: “Non siamo più disposti a lavorare in condizioni disumane per garantire profitti a pochi. Il 28 e 29 Novembre, lasciamo spenti i motori delle macchine da presa, le luci dei set, svuotate i teatri e manifestiamo per la nostra dignità. Facciamo sentire a gran voce tutti i nostri disagi. È giunto il momento che veniate tutti ai titoli di coda”.




























