Oltre 70mila imprese rappresentate, 580mila addetti, per un fatturato che raggiunge i 90 miliardi. Sono questi i numeri di Confindustria Moda, l’associazione che riunisce le aziende del settore del tessile e dell’accessorio. La nuova organizzazione raggruppa infatti e imprese associate a Smi (Sistema Moda Italia), Aimpes (Associazione Italiana Manifatturieri Pellettieri e Succedanei), Aip (Associazione Italiana Pellicceria), Anfao (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici), Assocalzaturifici, Fedeorafi (Federazione Nazionale Orafi Argentieri Gioiellieri Fabbricanti) e Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria).
Nata nel marzo dello scorso anno, Confindustria Moda acquista la piena operatività nel 2018, grazie anche all’inaugurazione della nuova sede milanese a metà maggio. Il Diario del lavoro ha intervistato Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda.
Presidente Marenzi, quali sono stati i motivi che hanno portato alla creazione di Confindustria Moda?
Confindustria Moda ha per obiettivo di diventare il punto di riferimento dei settori degli associati e l’interlocutore privilegiato di enti e istituzioni. Confindustria Moda rappresenta una piattaforma di riferimento per tutto il comparto moda, tessile e accessorio, da cui le imprese aderenti alle diverse associazioni non possono che trarre vantaggio nel fare sistema. L’impegno poi sarà quello di lavorare per affermarci come la rappresentanza politica del settore presso tutte le sedi istituzionali con una forza che trascenda quella dei singoli.
In che tipo di servizi Confindustria Moda offrirà il proprio supporto alle imprese associate?
Confindustria Moda offre agli aderenti delle associazioni che la compongono i servizi di Affari Legali, Relazioni Industriali e Formazione, Centro Studi. In particolare, il Servizio Affari Legali si serve di una Commissione interna che svolge anzitutto attività di Lobby in tema di Lotta alla contraffazione e tutela della Proprietà Intellettuale, in collaborazione con Ministero dello Sviluppo Economico Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione e l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. La divisione Affari Legali offre inoltre servizi di Consulenza legale stragiudiziale in merito a Tutela della Proprietà Intellettuale e lotta alla contraffazione, Rapporti commerciali (contrattualistica in tema di vendita e distribuzione, fornitura e subfornitura, licensing e franchising) e agenti e rappresentanti per l’Italia e per l’estero. Tra i servizi figurano infine tutte le attività di informazione e aggiornamento sulle principali novità normative negli ambiti di interesse e i seminari di formazioni su particolari tematiche formative.
Il Servizio Relazioni Industriali rappresenta tutto il settore Moda sui temi del diritto del lavoro e delle relazioni industriali nei confronti di Confindustria, del Governo e degli enti pubblici competenti in materia di lavoro, previdenza e salute e sicurezza e assiste le Associazioni federate nella conduzione delle trattative per i rinnovi dei rispettivi contratti collettivi nazionali di lavoro. Offre inoltre consulenza sull’interpretazione e l’applicazione dei CCNL di settore, anche in relazione alle norme di legge di riferimento, e sui fondi bilaterali di settore Previmoda e Sanimoda.
Infine, il Centro Studi svolge una sistematica attività di analisi settoriale dell’industria italiana della Moda dei molteplici comparti di cui la stessa si compone. Attraverso un continuo e puntuale monitoraggio statistico degli indicatori più rilevanti per il settore, il Centro Studi si propone di fornire una fotografia sempre aggiornata dello status quo e dell’evoluzione del settore rappresentato da Confindustria Moda. Da un lato supporta l’attività di lobby, dall’altro eroga un servizio statistico-informativo specifico, servizio che si traduce nella redazione di note congiunturali, schede di comparto, Report e analisi monografiche. Il Centro Studi promuove la cultura d’impresa, collaborando anche con Università e centri di ricerca per studi ad hoc e organizzando workshop/convegni d’interesse per il settore. Partecipa, inoltre, alla rete dei Centri Studi del sistema Confindustria, portando il proprio bagaglio di conoscenza relativo al settore Moda.
Ci sono degli elementi di criticità nel settore che meritano di essere affrontati, e quali crede che siano le leve sulle quali insistere maggiormente per rafforzare il comparto?
Uno dei temi più discussi nel settore moda, tessile e accessorio è quello della competizione. L’elevato grado di competizione, tuttavia, segnala il fervore del comparto, in forte fermento, specialmente grazie all’export. Inoltre, specialmente in un contesto molto competitivo, per le associazioni affiliate a Confindustria Moda vale la regola che 1+1 è uguale a 3: aggregazione vuol dire forza verso l’esterno e stimoli per il confronto interno. Un altro tema critico che da sempre interessa il settore è quello della lotta alla contraffazione e della tutela della proprietà intellettuale. Oggi, grazie al servizio Affari Legali interno a Confindustria Moda, le imprese associate possono avvalersi della consulenza in questo ambito e affrontare la tematica con un’unica voce nei rapporti con le istituzioni.
Qual è lo stato di salute delle relazioni industriali nel comparto e quale crede che sia la strada da seguire per il futuro?
In questa fase, le relazioni industriali del comparto godono di buona salute, alla luce del recente rinnovo del contratto tessile, abbigliamento e moda, derivante dall’intesa tra le associazioni sindacali e l’associazione imprenditoriale Sistema Moda Italia (SMI)-Confindustria. Tale contratto sarà in vigore fino a fine 2019. Un altro segnale positivo di solidità delle relazioni industriali è arrivato dall’istituzione di Sanimoda, il fondo sanitario integrativo che, a partire dal 1° aprile 2018, si affianca al consolidato fondo pensionistico complementare Previmoda, andando di fatto a raddoppiare il sistema “Welfare Moda”. Questo risultato, derivato dell’intenso lavoro delle parti sociali, che in pochissimi mesi ha realizzato quanto stipulato nelle ultime tornate di rinnovi contrattuali dei CCNL del settore, dimostra quanto le sinergie, la condivisione di intenti e il metodo organizzativo tra le differenti associazioni datoriali e sindacali possano dare risultati significativi a beneficio di tutte le parti coinvolte. E questo è un approccio sempre più diffuso, che vediamo applicato anche negli altri contratti di riferimento del settore.
Avete delle richieste specifiche da avanzare al prossimo esecutivo?
Chiediamo al Governo, a prescindere dalla formazione politica che ne sarà alla guida, di continuare l’azione di supporto nei confronti delle aziende del settore, che è uno tra i comparti che contribuiscono maggiormente al surplus della bilancia commerciale italiana. In particolare, l’industria italiana ha bisogno di continuità sugli investimenti per l’industria 4.0, ma anche nella promozione dell’export italiano e nelle politiche del lavoro.
Tommaso Nutarelli