È stato siglato l’accordo sul contratto integrativo della Marzotto. Giampaolo Mati, segretario nazionale della Filtea Cgil, che giudizio dà a questa intesa?
È un accordo importante sopratutto perché è stato siglato dopo una vacanza di 5 anni dall’intesa precedente.
Come ci siete arrivati?
Due sono le questioni fondamentali che hanno portato al rinnovo dell’integrativo. La prima riguarda l’andamento del 2008, primo anno relativamente positivo per la Marzotto. Gli ultimi 7 anni una crisi generale, in particolare dei consumi, ha reso difficile rinnovare l’integrativo, permettendo solo di reiterare intese economiche già esistenti.
Qual è l’altra questione?
L’anno passato la Marzotto ha ceduto importanti assets come la Valentino Fashion Group, riducendo di molto il paniere delle sue attività. Questo ha causato il nuovo assetto del gruppo attraverso una forte riorganizzazione dei rapporti di lavoro e una ridefinizione del profilo professionale dell’azienda. Compito che abbiamo svolto rinnovando l’integrativo.
Quindi è pienamente soddisfatto?
Sì, soprattutto per l’attenzione data alle relazioni industriali e sindacali, nonostante il momento di crisi. È importante la conferma dell’impegno a costituire il Cae, comitato aziendale europeo, rafforzare le procedure per il codice di condotta, istituire il coordinamento delle Rsu del gruppo.
Quali sono gli impegni principali?
La formazione, che diventa un titolo da esercitare in comune, attraverso gruppi di lavoro che fanno concertazione con strumenti condivisi. La sicurezza e l’ambiente, tematiche che l’azienda intende affrontare con impegno. Infine la valorizzazione delle competenze, imposta dal nuovo assetto del gruppo che prevede una riduzione del personale a causa di un diverso assetto organizzativo, mantenendo alta la qualità del prodotto.
Come è strutturato il premio di produzione?
L’intesa migliora i contenuti del premio precedente, raddoppiando quasi il valore fino a 700 euro per risultati operativi più significativi. In situazioni più contenute, ma anche più aderenti alla realtà di forte crisi, come l’attuale, con risultati operativi più modesti, il premio potrà essere da 170 a 245 euro lordi. A questo si aggiunge un premio di presenza da una media di 100 euro a un massimo di 150 euro, che in caso di assenze significative può però anche portare una diminuzione del premio.
13 gennaio 2009
Francesca Romana Nesci