La nomina del presidente dell’autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, ad arbitro sulle truffe ai risparmiatori da parte delle quattro banche finite nelle bufera è un fatto positivo perché si tratta di un “soggetto giusto e con competenze più che adeguate”. Lo ha sottolineato il segretario generale della Fisac-Cgil, Agostino Megale.
“Vorrei però ricordare – ha detto il leader dei bancari della Cgil – che sono stato tra i primi a ritenere giusto il decreto del 22 novembre e anche a evidenziare utile e necessario un intervento un po’ più corposo dei 100 milioni stanziati dal Governo. Ne servirebbero 150-200 milioni per coprire il massimo dei risparmiatori”.
Megale ha poi affermato che quando si parla di arbitrati, la responsabilità dell’emissione e della vendita delle obbligazioni subordinate “è in capo ai manager della banca”. Pertanto, bisogna “distinguere le responsabilità”, la posizione dei manager da quella dei lavoratori delle banche che “sono al servizio del Paese”.
Il numero uno della Fisac ha inoltre ricordato che nel 2012 “io e Camusso evidenziammo tre necessità: distinguere le banche commerciali da quelle d’affari; redigere una black list dei prodotti finanziari da non vendere ai risparmiatori, compreso le obbligazioni subordinate; nominare, con una richiesta all’allora ministro dell’Economia e senza ricevere risposta, una commissione per capire quanti e quali derivati erano stati emessi”.
La Cgil chiese anche alla Consob maggiore trasparenza sui prodotti finanziari da inserire nella black list. “Il problema si affronta prima che la casa bruci – ha aggiunto Megale – dalla Consob non ricevemmo risposte adeguate per vietare quel tipo di prodotti. Anzi, Vegas ha chiuso l’ufficio ‘Scenari probabilistici’, che era l’unico attrezzato per affiancare il consumatore nella valutazione del rischio. Ora, Vegas dovrebbe trarne le conseguenze”.