Il modello Volkswagen è diventato il bersaglio degli attacchi del commissario responsabile per il mercato unico, Frits Bolkestein, che è deciso a ricorrere alla Corte europea per farlo abolire. Secondo i burocrati di Bruxelles la “legge VW” ostacolerebbe la creazione di un libero mercato di capitali all’ interno dell’Ue. I punti oggetto delle maggiori critiche sono tre.
1) I diritti di voto degli azionisti sono limitati a un massimo del 20 %.
2) Le decisioni possono essere prese solo con una maggioranza dell’ 80 %.
3) L’ influenza dell’ amministrazione pubblica è notevole: il Land della Bassa – Sassonia e il governo federale possono essere rappresentati, rispettivamente, da due membri del consiglio di sorveglianza che ha un grosso controllo sulle decisioni manageriali. Dispongono inoltre della cosiddetta “azione d’ oro”, che conferisce diversi privilegi.
Di fatto tale disposizioni impediscono il rilevamento della Volkswagen da parte di altre imprese. Ma per Bolkestein non sarà facile convincere la Commissione a fare ricorso alla corte del Lussemburgo. Giá i due commissari tedeschi, Guenter Verheugen e Michaela Schreyer hanno annunciato una decisa opposizione ai piani del collega e avevano dato un voto negativo alla proposta di liberalizzazione. A loro avviso, nonostante le modifiche al testo originario, il “compromesso” di Bolkestein è ben lontano dal creare i presupposti di condizioni unitarie a livello europeo.
L’ anno scorso a opporsi drasticamente alla prima versione della proposta della Commissione sull’ “opa europea” era stato lo stesso Cancelliere Schroeder , provocando così il voto negativo sul testo da parte del Parlamento europeo.
In realtà, oggettivamente, l’ abolizione della legge VW creerebbe senza dubbio una discriminazione della Germania nei confronti di paesi come la Francia e la Svezia, dove continua a esistere il diritto di alcuni azionisti di avere più voti a disposizione per opporsi a una eventuale scalata inimicale.
Il principio che Bolkestein vuol far passare è che i tentativi di rilevamento di una società devono essere legati al voto degli azionisti, perché solo loro, in quanto proprietari, hanno il diritto di decidere delle sorti delle loro partecipazioni. I manager avrebbero pertanto la possibilità di fare ricorso a misure, per evitare la scalata, solo se espressamente autorizzati dagli azionisti in tal senso.
Di conseguenza, a suo avviso, la normativa tedesca andrebbe riformata.
Il Commissario fa inoltre rilevare che la disposizione della Volkswagen, che limita il diritto degli azionisti al 20 % , rappresenta di fatto un freno per gli investimenti.
Il Cancelliere Schroeder in occasione del suo intervento a Bruxelles contro il progetto di Bolkestein, aveva duramente criticato la politica industriale della Commissione. A suo avviso, infatti, il 70 % della produzione industriale europea è realizzata da appena quattro dei paesi dell’ Unione, che non dispongono sempre di una maggioranza nel consiglio dei ministri, pertanto dovrebbero avere maggiore libertà e margine di manovra, per poter rappresentare i loro interessi nel modo adeguato a livello internazionale.
Anche i sindacati si sono schierati decisamente dalla parte del Cancelliere.
Per le organizzazioni dei lavoratori, la VW rappresenta anche un modello sociale e culturale che ha consentito di realizzare importanti innovazioni, non solo sul piano tecnico, ma anche nella concezione del lavoro.
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