Mentre Silvio Berlusconi si prepara a scontare la sua pena fornendo servizi sociali un pomeriggio alla settimana presso un centro anziani poco distante da Arcore, vedendo così tramontare la sua stella, Matteo Renzi comincia a fare sul serio. Martedì il Consiglio dei ministri ha varato il Documento di economia e finanza che ha cominciato a tradurre in atti concreti gli annunci del premier. E’ stato ribadito l’impegno per la riduzione dell’Irpef sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, i famosi 80 euro al mese che faranno crescere le buste paga a partire dal prossimo mese. La spesa, 10 miliardi l’anno, 6,7 per quest’anno, verrà finanziata per 4,7 miliardi con i proventi della spending review, per 2 miliardi con il raddoppio dell’aliquota per le banche sulla rivalutazione delle quote Bankitalia e con l’aumento del gettito dell’Iva legato alla restituzione dei debiti della Pa. Con questa misura sono state colpite pesantemente le banche, e l’Abi ha subito protestato, mentre si è deciso di risparmiare le pensioni e la sanità. Come ha sottolineato giustamente il presidente del Consiglio, sono state rispettate le promesse, sulle quali nei giorni scorsi erano state fatte molte illazioni. E’ stato anche ribadito che l’Irap verrà ridotta del 10% con apposito provvedimento ed è stato confermato il tetto di 238mila euro l’anno per gli stipendi dei manager pubblici, misura che ha fatto discutere, ma sulla quale Renzi non ha alcuna intenzione di cedere, tanto è vero che quando gli è stato fatto notare che questi manager potrebbero traslocare nel privato ha avuto la risposta pronta: “Che ci vadano”.
Adesso la polemica si è spostata sull’effetto che questi 80 euro avranno per gli italiani e uno studio della Uil nei giorni scorsi ha affermato che potrebbe essere anche molto ridotto. Il punto è che la situazione economica e soprattutto sociale non accenna a migliorare. Il misery index, misurato tutti i mesi da Confcommercio, in realtà ha fatto segnare un lieve arretramento, per effetto congiunto dell’abbassamento dell’inflazione e dell’innalzamento della disoccupazione, ma tutti gli indicatori mostrano un peggioramento. Preoccupa che siano crollati i prestiti alle imprese, ma soprattutto che manchi almeno un miliardo di euro per il finanziamento della cassa integrazione in deroga. il sindacato sta chiedendo al ministro Giuliano Poletti un intervento perché in alcune regioni i fondi sono ormai esauriti e le aziende cominciano a licenziare, ma per il momento nessuna decisione è stata ancora presa. L’unica indicazione giunta dal ministero del Lavoro parla di un possibile provvedimento a favore degli ultracinquantenni che perdono il lavoro: non si sa ancora come muoversi, ma il ministro ha affermato che presto qualcosa sarà fatto per questa nuova emergenza sociale, sempre più pesante.
Dal fronte delle imprese vengono indicazioni positive. Due casi in settimana hanno colpito, il nuovo piano industriale per l’Electrolux, che fa sperare in una soluzione positiva per i quattro stabilimenti italiani del colosso degli elettrodomestici, e il comportamento della Nestlé, anche questo sintomo di un miglioramento di prospettive. Per quanto si riferisce a questa azienda, alla preoccupazione per la rottura, arrivata in settimana, del confronto per l’integrativo si era aggiunta un’indicazione venuta dal sindacato secondo la quale l’azienda avrebbe manifestato la volontà di modificare tutti o comunque tanti contratti a tempo indeterminato in contratti part time. Tutto però si è risolto quando l’azienda ha negato di aver mai avuto tale intenzione, volendo in realtà cercare solo una diversa organizzazione del lavoro che consenta di far fronte alla stagionalità di numerosi prodotti dolciari, i gelati prima di tutti.
Molto interessante è un accordo firmato dalla Regione Piemonte, Federmanager e Manageritalia, le due organizzazioni di dirigenti, per un’operazione sperimentale di manager che vede l’avvio di una serie di iniziative per dare lavoro ai giovani nell’ambito della Garanzia Giovani, affiancati in qualità di tutor da manager che hanno perso il lavoro. Un’indicazione di come utilizzare energie e competenze di alto valore altrimenti inutilizzate.
Non fa invece nemmeno più notizia l’acuirsi della contrapposizione tra la Fiom e la Cgil, anzi si potrebbe dire l’animosità della Fiom nei confronti della confederazione di cui è parte. In questi giorni il congresso Fiom in corso a Rimini ha consentito a Maurizio Landini l’ennesimo attacco verso Susanna Camusso e il Testo unico su contrattazione e rappresentanza firmato con Confindustria il 10 gennaio. Come riferisce Fernando Liuzzi su Il diario del lavoro i toni della polemica tra le due organizzazioni si sono alzati, mentre Landini ha glissato per lo più sul giudizio nei confronti del governo, indicando cosa non gli piace dei provvedimento di Renzi, ma riconoscendo a questi una capacità di innovazione che va presa sul serio e appoggiata.
Intanto, dall’estero arrivano notizie interessanti. Mentre in Italia si discute ancora sulle quote rosa, infatti, gli Usa di Barack Obama fanno un passo avanti verso una concreta tra uomo e donna sulle retribuzioni. Una inchiesta di Nunzia Penelope rileva come la battaglia per la parità salariale sia al centro dell’iniziativa dei Democratici americani, preparando così il terreno per la prossima presidenza di Hillary Clinton, nel 2016.
Contrattazione
Due accordi raggiunti in settimana. Il primo chiude la difficile vertenza Micron scongiurando i 419 licenziamenti minacciati dall’azienda. Il secondo riguarda invece la Ferretti, azienda che aveva messo in forse la sopravvivenza dello stabilimento di Forlì, che manterrà invece la produzione. Si è interrotto il dialogo per la Nestlé, ma è rientrato il pericolo di veder trasformati i contratti a tempo indeterminato in contratti part time, mentre è proseguita, sia pure tra le difficoltà, il confronto tra sindacati e Tirrenia.
Opinioni
Vincenzo Bavaro, dell’università di Bari, riferisce con grande ampiezza sulla pronuncia dell’Oil in merito alla violazione dei diritti sindacali alla Fiat sulla rappresentanza dei lavoratori. Infine Raffaele Delvecchio, prendendo spunto da un libro di Giovanni Pino su Gino Giugni, ripercorre le tesi del “padre” delle relazioni industriali rispetto al conflitto collettivo.
Documentazione
Il diario del lavoro pubblica i testi del Documento di economia e finanza, quello del disegno di legge del governo sul mercato del lavoro, il verbale dell’accordo Micron. Sempre su Il diario del lavoro il testo del protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Federmanager e Manageritalia.