È un compito difficilissimo quello che attende la Cgil nelle prossime due settimane. Deve ricompattare l’unità interna dell’organizzazione, che al momento si presenta divisa in due tronconi in guerra l’uno contro l’altro. L’ultimo grande congresso di categoria, quello dei pensionati, non ha superato questa dicotomia, semmai l’ha allargata, come era del resto nelle previsioni. Al momento Vincenzo Colla e Maurizio Landini si fronteggiano con eserciti più o meno uguali e non sposta nulla il fatto che uno, forse Colla, magari Landini, superi di misura l’altro. Perché il problema non è quello che succederà a Bari tra quindici giorni, quando l’Assemblea generale eleggerà il nuovo segretario generale, ma quello che accadrà immediatamente dopo. Perché un’organizzazione grande e complessa come la Cgil, che ha compiti storici perché è il più grande sindacato del nostro paese e perché è sempre stata la casa comune della sinistra, non può essere governata da chi sa di avere metà dell’organizzazione contro.
Susanna Camusso si meraviglia, e si duole, del fatto che la confederazione, tutta, si sia ritrovata nel documento congressuale, votata dal 98% degli aventi diritto, ma poi ci siano divisioni profonde, dettate, dice, dal prevalere dell’io sul noi. In realtà la divisione è più ampia e forse quel documento congressuale, proprio nella ricerca dell’unanimità, non andava al fondo dei problemi, lasciando delle zone d’ombra che poi sono riemerse, come era inevitabile. Il documento è stato approvato da tutti, ma la strategia per raggiungere le priorità indicate evidentemente non è mai stata condivisa.
Perché le ragioni della divisione sono profonde ed è difficile far finta che non esistano. Colla e Landini non sono uguali, al contrario sono profondamente diversi tra loro, le loro idee sulla strategia da attuare sono ampiamente differenti tra di loro. È per questo che il compito di ricucitura di quella frattura è così difficile, perché non è una questione di piccolo potere, di divisione di compiti, di organigramma. Fosse così non sarebbe difficile trovare un accordo: in fin dei conti la prima dote del buon sindacalista è quella della fantasia. Chi siede ai tavoli di trattative deve ogni volta inventarsi una soluzione diversa, che accontenti pro quota i diversi interessi in gioco, che sappia mediare tra posizioni apparentemente inconciliabili. E anche il puzzle del vertice della Cgil l’avrebbero risolto da un pezzo, senza offrire al paese l’immagine di un sindacato diviso, proprio nel momento storico in cui è sotto attacco da parte di tutti, compresi anche gli iscritti che spesso non capiscono le indicazioni che vengono dal centro.
Ma, appunto, quel compito deve necessariamente essere assolto, un accordo deve essere trovato per rimettere la confederazione in grado di lavorare, essere presente dove è necessario, svolgere il ruolo che gli compete, a dispetto di chi non crede nell’importanza della democrazia rappresentativa. Il come è tutto da inventare, per il momento si sta cercando di evitare colpi di testa, si ragiona per trovare una soluzione che consenta di andare avanti senza rotture evidenti quanto inutili. Non è escluso che sia possibile trovare un accordo in tal senso, perché l’unità interna è sempre stata la prima preoccupazione di tutta la Cgil e quindi è più che possibile che si arrivi a un compromesso che salvaguardi la forza e l’incisività dell’organizzazione, altrimenti messe a dura prova da una divisione profonda e insanabile.
Ivan Pedretti, il leader dei pensionati della Cgil, ha dato un’indicazione precisa chiudendo la sua replica al congresso. Lasciamo lavorare l’assemblea generale, ha detto. Come a significare che la conta dovrà pur esserci, ci deve essere un vincitore, ma deve anche essere assicurata la gestione unitaria della confederazione. Possibilmente senza purghe, senza vendette, deleterie prima che inutili. Un grande patto tra gentiluomini che sanno di avere idee diverse su argomenti di prima rilevanza, ma che non rinunciano a convivere nella loro organizzazione per assicurare il bene comune. Gestire un patto del genere, sempre che ci si arrivi, non è cosa facile, alla portata di tutti. Serve prima di tutto un controllo delle truppe e dei territori, che però nessuno ha. Se all’accordo si arriverà, i problemi cominceranno subito dopo per gestire questa intesa con capacità, sapendo che le divisioni costano caro a tutti.
Massimo Mascini
Contrattazione
Questa settimana, nel comparto automotive, è stato sottoscritto l’accordo per la cassa integrazione dello stabilimento Blutec di Termini Imerese, che prevede il rinnovo dello strumento per tutto il 2019. Nel settore immobiliare, Confindustria e Fiaip, la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali, hanno rinnovato il protocollo d’intesa per accrescere la rappresentatività del settore immobiliare sul territorio con l’obiettivo di rafforzare il peso del sistema confederale e la presenza nelle sedi di rappresentanza e presso il sistema delle Camere di Commercio. Nel mondo del credito è stato rinnovato il contratto nazionale dei quadri direttivi e del personale delle banche di credito. L’accordo prevede lo sblocco degli aumenti salariali e strumenti a tutela dell’occupazione. L’Anci e l’Assofarm hanno firmato un accordo sulle Farmacie comunali. Il protocollo, che ha la durata di due anni, prevede il rafforzamento, lo sviluppo della promozione della salute e degli interventi nel sociale e l’attivazione di un gruppo di lavoro congiunto tra Anci e Assofarm.
La nota
Fernando Liuzzi riporta la relazione del segretario generale della Spi-Cgil, Ivan Pedretti, che ha aperto il 20esimo congresso dei pensionati. Pedretti ha rivolto a Susanna Camusso un appello perché si trovi una soluzione unitaria sul nome del prossimo segretario generale, e ha inoltre rilanciato la richiesta di una “costituente per l’unità” tra Cgil, Cisl e Uil. La risposta di Pedretti è arrivata nel suo intervento conclusivo al congresso.
Emanuele Ghiani e Tommaso Nutarelli hanno seguito la conferenza stampa unitaria di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, con la quale i sindacati hanno lanciato l’allarme sulla crisi di un settore strategico come quello delle costruzioni, che ha già perso 600 mila posti di lavoro e 120 mila imprese. I sindacati, pertanto, chiedono all’esecutivo di accelerare l’iter delle analisi costi-benefici per evitare un futuro ancor più nero.
Analisi
Alessandra Servidori interviene sul rinnovo del contratto nazionale del lavoro in somministrazione. Per Servidori, si tratta di una conquista di grande peso, grazie alla quale si è evitato il rischio che, a causa del decreto dignità, una platea molto vasta di persone, raggiunti i 24 mesi di lavoro con la stessa agenzia, finisca nella disoccupazione.
Mimmo Carrieri analizza la questione della partecipazione dei lavoratori nelle relazioni industriali tracciando un quadro storico dalle origini del dibattito. Per lo studioso di relazioni industriali ora è il momento di passare dai proclami ai fatti.
Interviste
Emanuele Ghiani ha sentito il segretario nazionale Fillea Cgil, Ermira Behri, in merito alla recente pubblicazione dell’Elenco restauratori da parte del Mibac e alle molte problematiche ancora da affrontare.
I blog del Diario
Aldo Amoretti dice la sua riguardo al via libera del governo alle trivelle nel mar Adriatico. Per Amoretti non si dovrebbe parlare di voltafaccia dei Cinque Stelle, ma di ravvedimento, come del resto è avvenuto per Ilva e Tap.
Giuliano Cazzola interviene sulla protesta dei sindaci contro il decreto sicurezza e sul ricorso del Pd alla Corte costituzionale. Una mossa che, secondo Cazzola, rischia di portare acqua al mulino di Salvini. In politica, spiega Cazzola, non esiste una ‘’via giudiziaria’’ che risarcisca delle sconfitte. Pensare che sia la Corte Costituzionale a garantire all’opposizione una rivincita, significa andare alla ricerca di una scorciatoia.
Ancora Cazzola, fa alcune osservazioni sul prossimo congresso della Cgil, ricordando che ci sono due candidati, e’ vero, ma c’è un unico documento congressuale. Pertanto, osserva Cazzola, “a Bari vi saranno delegati a sostegno di ciascuno dei candidati. Ma come sono stati selezionati? Come è stato possibile determinare chi è favorevole a Landini o a Colla, se tutti hanno votato gli stessi documenti conclusivi?”.
Tommaso Nutarelli analizza lo stato di salute dell’Unione Europea, dove i rapporti di vicinato tra singoli stati si fanno sempre più tesi, e le elezioni di maggio diventano così la dead line per capire quale sarà il futuro dell’Unione.
Il guardiano del faro
Marco Cianca parte da un saggio di Noam Chomsky per ricordarci che l’orologio che scandisce il nostro tempo sta accelerando, spinto dal riscaldamento globale e dall’aumento dei conflitti. E l’Antropocene, l’attuale era geologica nella quale l’attività umana modifica drasticamente l’ambiente, potrebbe finire con l’estinzione della nostra specie.
Diario della crisi
I sindacati dei trasporti Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno proclamato lo sciopero per il prossimo 21 gennaio a seguito delle proposte europee di modifica peggiorativa dei regolamenti 561/06 sui tempi di guida e di riposo e 1073/2009, che liberalizza il mercato internazionale dei servizi di trasporto passeggeri a lunga percorrenza, svolto con autobus e pullman nell’Unione europea.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare la prima bozza (provvisoria) del decreto legge in materia di reddito di cittadinanza e pensioni, il documento dell’Istat Eurozone Economic Outlook e la piattaforma unitaria di Fillea, Filca e Feneal per il rilancio del settore delle costruzioni.



























