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Newsletter – 14 febbraio 2020

redazione
Febbraio14/ 2020

Si è parlato molto in questi giorni, alla prima sessione della Scuola di relazioni industriali del Diario del Lavoro -arrivata al suo sesto anno di vita- di come uscire dalla crisi delle relazioni industriali. Ma la vera domanda da porsi è se effettivamente siamo in presenza di una vera crisi di queste relazioni. È indubbio che negli anni della disintermediazione le parti sociali siano entrate in un cono d’ombra. Da Renzi in poi, tranne poche pause isolate, sindacati e imprenditori hanno smesso di frequentare Palazzo Chigi e in generale di avere una interlocuzione vera con la politica. Non l’hanno avuta i sindacati, ma nemmeno la Confindustria.  Questa ha mantenuto per un certo periodo una sua azione forte di lobbying, poi anche questa è sparita.

Il che non significa che sia venuta meno anche la contrattazione, che infatti è proseguita negli anni. Con alti e bassi, ma nel complesso ì contratti sono stati rinnovati, quelli nazionali e anche quelli di azienda, anche se il loro numero è diminuito invece di crescere. Ma l’azione di disturbo della politica non si ferma. Non è un caso se non si fa la legge sulla rappresentanza, nonostante tutto il sindacato e tutti gli imprenditori la vorrebbero.  E si fa sempre più vicino lo spettro del salario minimo per legge: che sarebbe anche una cosa giusta se, come vorrebbero farla i partiti, non fosse una mina vagante per la contrattazione. Perché se i minimi salariali li stabilisce la legge, poco spazio rimarrebbe per i contratti, davvero destinati a un oblio.  A tutto danno del valore del lavoro, che è la vera piaga del mondo occidentale nel suo complesso.

Si direbbe quindi che le parti sociali abbiano davvero un problema e che debbano risolverlo. Confindustria in questi anni è stata debole per le divisioni che l’hanno lacerata.  Giorgio Squinzi e Vincenzo Boccia sono stati due presidenti deboli perché ciascuno di loro due aveva dietro, come hanno dimostrato i numeri delle loro elezioni, solo metà dell’organizzazione. Deboli, hanno potuto far poco. Il massimo risultato è stato il patto della fabbrica del 2018, che però per lo più è rimasto sulla carta. Adesso la confederazione si avvia alla elezione di un nuovo presidente e, se riuscisse a superare una volta per tutte le divisioni, forse potrebbe aspirare a riacquistare il ruolo di una volta. Non mancano i candidati che puntano proprio su un nuovo o rinnovato ruolo della confederazione.

Per il sindacato è differente. Sembra difficile dire che sia in crisi, perché le tessere non diminuiscono, anzi crescono quelle degli attivi. In più le tre confederazioni vivono un periodo di grande unità e questo per loro è un elemento di forza anche se, inevitabilmente, il loro riavvicinamento lascia spazi ampi, soprattutto alla loro sinistra, coperti per esempio dalla Usb, su posizioni sempre più radicali. Ma non è difficile dire che nel complesso il sindacato confederale non soffre per la perdita di un’interlocuzione stretta con la politica.

Ha un problema, però, e cioè la perdita di un rapporto stretto con gli operai, che pure ne erano l’ossatura, la vera forza. È vero che gli operai votano a destra ma si tengono in tasca la tessera del sindacato, anche quella della Cgil. Ma questa situazione potrebbe finire, tanto più se gli equilibri politici nazionali dovessero cambiare a favore della destra. E quindi le confederazioni dovrebbero porsi il problema di come riprendere un rapporto reale con la classe operaia. Operazione non facile, perché le distanze sembrano crescere anziché diminuire.

Forse a questo proposito vale il suggerimento che Gaetano Sateriale ha dato con un suo blog sul nostro giornale. Ha sostenuto infatti l’opportunità che il sindacato, specie quello territoriale, le camere del lavoro nel caso della Cgil, acquisisca un nuovo ruolo assumendo la funzione di tramite tra i cittadini e la politica. Questa infatti soffre in tempi di leaderismo della scomparsa di quelle realtà che provvedevano a portare a galla, e all’attenzione degli amministratori, le esigenze e i desiderata dei cittadini (che poi vanno a votare). Non ci sono più gli apparati dei partiti, non ci sono le sezioni del Pci, non ci sono le parrocchie che erano utilissime alla Dc. C’è solo il capo e i cittadini, spesso, se non sempre, manca un vero collettore. Il sindacato, specie quello nei territori, argomenta Sateriale, potrebbe assumere questo ruolo, riacquistando così una rappresentanza generale che non ha più. È un po’ quello che le confederazioni già fanno con la contrattazione sociale, che conta più di mille accordi l’anno con gli enti locali cui il sindacato si rivolge per ottenere interventi di vario genere a favore della collettività e non solo dei loro iscritti. In questo modo il sindacato potrebbe nascere a nuova vita, riassumendo un ruolo forte nella società. Come aveva una volta

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Massimo Mascini

 

Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).

 

Contrattazione

Questa settimana è stata presentata la piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo di Electrolux. I sindacati di categoria chiedono miglioramenti sulle condizioni di lavoro, salute e sicurezza, partecipazione e agibilità sindacali, sull’orario di lavoro con nuove agibilità per part time e banca ore, un confronto sull’evoluzione del processo produttivo e formazione, crescita professionale e inquadramento. Nel settore delle ICT è stato sottoscritto l’accordo integrativo di Irideos. L’intesa, siglata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, consolida le relazioni sindacali, introduce lo smart working e la banca delle ore solidali. Il documento pone attenzione anche all’orario di lavoro e al welfare. È stata raggiunta l’ipotesi di accordo tra Anpal Servizi e Cgil, Cisl e Uil per la stabilizzazione dei precari. L’intesa verrà sottoposta ai lavoratori lunedì prossimo, 17 febbraio. Nelle Tlc è stato raggiunto l’accordo per i lavoratori del lotto A di Olisistem. L’intesa contempla la clausola sociale con Contact Centre Sud prevede la salvaguardia occupazionale degli addetti di Roma.

Analisi

Alessandra Servidori presenta i dati elaborati da Eurostat sul salario minimo, per capire lo stato dell’arte negli altri paesi d’Europa di un istituto sul quale da tempo si discute in Italia,

La nota

Nunzia Penelope analizza i dati dell’Istat sull’andamento demografico del paese. Al 1° gennaio 2020 l’istituto di statistica conta 116 mila italiani in meno rispetto allo scorso anno. Per ogni 100 persone decedute nascono solo 67 bambini. Sempre meno donne, e madri sempre più anziane.

Fernando Liuzzi fa il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda dell’ex-Ilva. Il Tribunale di Milano ha deciso un nuovo rinvio dell’udienza in cui dovrebbe essere discusso il ricorso presentato dai Commissari. La trattativa fra il Governo e il colosso siderurgico ArcelorMittal potrà così proseguire fino al 6 marzo.

Interviste

Tommaso Nutarelli ha intervistato il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, che commenta gli ultimi dati negativi sull’economia lombarda leggendoli come un segnale che il governo locale e le parti sociali non possono trascurare. Sempre Nutarelli ha intervistato Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc-Cgil, che spiega i principali contenuti dell’accordo integrativo sottoscritto con Fastweb.

I blog del Diario

Paolo Pirani evidenzia la lentezza di riflessi con la quale il nostro paese, smarrito tra i mille rivoli della politica e le infinite contese tra i partiti, sta rispondendo a una situazione economica sempre più complessa, nella quale la produzione industriale rallenta e lo scenario internazionale è scosso da profonde crisi.

Gaetano Sateriale  lancia una proposta:  il sindacato, specie quello territoriale, dovrebbe acquisire un nuovo ruolo, assumendo la funzione di tramite per riavvicinare i cittadini a una politica oggi sempre più lontana dai loro reali bisogni.

Diario della crisi

I sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno inviato una lettera all’Ad di Whirlpool Corporation per illustrare la difficile situazione di tutto il gruppo negli stabilimenti italiani. La Swisse Re, multinazionale del settore assicurativo, ha comunicato ai sindacati la decisione di trasferire alcuni settori lavorativi in Slovacchia, di chiudere la sede di Roma e trasferire gli uffici a Milano.

Documentazione

Questa settimana è possibile consultare gli indicatori demografici dell’Istat e i dati sul commercio estero e i prezzi all’import. È inoltre presente la Congiuntura Flash di Confindustria e il testo dell’accordo integrativo e del premio di risultato di Fastweb.

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