Grande rumore questa settimana sulla proposta di Maurizio Landini. La Cgil ha subito preso le distanze dalla Fiom e dall’iniziativa del suo segretario generale, intenzionato a creare una coalizione sociale, vale a dire riunire organizzazioni della società e della politica per fare una dura opposizione al governo Renzi e in particolare al Jobs Act. Un ‘’no’’ detto chiaramente Susanna Camusso, ma va sottolineato che tutta la Cgil è contraria: nella confederazione si ritiene infatti che l’iniziativa di Landini si presti a equivoci che indeboliscono il sindacato e, quindi, lo rendono meno adeguato a proteggere i diritti e gli interessi dei lavoratori. Sulla stessa linea anche Cisl e Uil: il diario del lavoro ha svolto una breve inchiesta sugli umori dei due sindacati, ascoltando esponenti confederali, delle categorie e dei territori. Tutti, indistintamente, hanno respinto l’ipotesi della coalizione sociale, nella convinzione che per questa strada si finisca per cambiare casacca, e da sindacalisti si diventi politici.
Sul tema è intervenuta anche Annamaria Furlan, segretaria generale della confederazione, che in un lungo articolo sul Corriere della sera ha spiegato quale a suo avviso debba essere il rapporto tra politica e sindacato, mantenendo sempre forte l’autonomia del secondo dalla prima. In questo modo il sindacato svolge il suo ruolo si soggetto politico, come si diceva una volta, portando avanti delle idee e non delle alleanze spurie. Ma va detto che, in realtà, Landini non ha mai pensato davvero di passare in politica. Molti lo pensano e tanti lo scrivono, ma lui è sempre stato molto chiaro al riguardo, escludendo di voler lasciare il sindacato. Il punto è cosa farà nel 2018 –anno elettorale, peraltro- quando scadrà il suo mandato, che per statuto non può superare gli otto anni e dunque non potra’ essere rinnovato. Tanto piu’ che nella stessa data scade anche il mandato di Susanna Camusso. Landini non nasconde di puntare alla segreteria generale della Cgil, ma l’obiettivo non e’ per semplice, anzi. L’elezione del numero uno della Cgil avviene attraverso il voto del gruppo dirigente, che oggi, nella sua quasi totalità, non nasconde una forte distanza dal leader Fiom e dalla sua ‘’linea’’. Diverso sarebbe se si modificassero queste regole, (come chiede lo stesso Landini) affidando l’elezione del leader Cgil alla ‘’base’’ e non piu’ – o non solo – ai dirigenti: a quel punto, l’attuale capo della Fiom avrebbe assai piu’ chances. L’argomento ‘’regole’’ sara’ probabilmente al centro della prossima conferenza di organizzazione, ma e’ comunque difficile che una modifica del genere venga accettata. In ogni caso, tre anni sono lunghi e può accadere di tutto. La crisi che sta attraversando il sindacato è sempre piu’ profonda, uscirne non sarà facile se non, appunto, cambiando le regole e le abitudini. Magari anche quelle relative alla scelta dei vertici.
E a proposito di regole, questa settimana e’ stato finalmente compiuto un nuovo passo molto importante sul fronte dei rapporti negoziali. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno firmato con l’Inps la convenzione per la raccolta dei dati relativi al tesseramento delle diverse organizzazioni, punto di partenza per il calcolo della rappresentatività di ciascun sindacato. Sono passati ben tredici mesi dalla firma del testo unico, ma questo tassello mancava ancora. Come manca ancora l’accordo con il soggetto che dovrò conteggiare i voti espressi dai lavoratori per le elezioni delle Rsu, miscelando poi questi dati con quelli del tesseramento per trarne indicazioni precise sui livelli di rappresentanza. Questo secondo compito era stato in un primo momento affidato al Cnel, che e’ tuttavia destinato a sparire nel giro di qualche mese. Si tratta quindi di trovare una nuova soluzione in tempi rapidi. Un’idea che sta circolando è quella di affidare anche la rilevazione dei voti Rsu all’Inps, ma appunto si tratta per il momento solo di una suggestione. Una decisione comunque va presa in fretta, per dare almeno una indicazione che in qualche misura valga a rischiarare il buio che avvolge la prossima stagione contrattuale, dalle prospettive sempre più difficili. Per convincersene basta guardare quanto sta accadendo al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari, dove un accordo sembra ancora molto lontano nonostante il fatto che per la disdetta data al vecchio contratto, si corre il rischio di restare senza contratto a partire dal prossimo primo aprile.
Tutto difficile, tutto complicato. Ma qualcosa comincia a rischiarare il panorama economico, la ripresa comincia a farsi intravedere con sempre crescente nettezza. Soprattutto gli imprenditori sembrano più ottimisti, come si rileva dall’intervista che Nunzia Penelope per il Diario del lavoro ha fatto ad Alessandro Riello, storico e forte imprenditore del Nord Est. Riello conferma l’ispessirsi dei segnali positivi che annunciano la ripresa, riconoscendone il merito al coraggio di Matteo Renzi e alla spinta di innovazione che ha impresso al paese, anche attraverso il Job Act. Si ha l’impressione, afferma l’imprenditore, che in Italia non sia più tutto immobile, che sia possibile cambiare e cambiare in meglio. Una svolta anche “psicologica” che, a suo avviso, rappresenta la novità maggiore, capace di produrre risultati in tutto il paese.
Contrattazione
Questa settimana si sono incontrati i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil e il coordinamento nazionale delle Rsu con il gruppo San Pellegrino per l’avvio delle trattative per il rinnovo dell’accordo Integrativo. L’accordo riguarda circa 1.500 addetti di cui circa 200 impiegati, distribuiti su 8 stabilimenti e sulla sede di Milano. Per quando riguarda il settore turistico, la Nh Hotel, multinazionale spagnola presente in Italia con 31 alberghi, ha comunicato l’apertura della procedura di mobilità. Stavolta sono 53 i lavoratori coinvolti che si aggiungono ai circa 450 addetti già interessati dalla mobilità.
Infine, non si è concluso positivamente l’incontro con la Regione Sicilia e i sindacati di categoria riguardante la pubblica amministrazione. Nessun accordo è stato raggiunto con il governo regionale e nessun protocollo d’intesa è stato firmato.
Inchieste
Su Il diario del lavoro l’inchiesta di Fabiana Palombo ed Emanuele Ghiani, sul punto di vista di Cisl e Uil in merito alla recente proposta della Coalizione Sociale lanciata da Maurizio Landini.
Intervista
L’imprenditore Alessandro Riello, intervistato da Nunzia Penelope, spiega perché vede l’uscita dal tunnel. E traccia meriti e limiti del governo Renzi.
Documentazione
È disponibile su Il diario del lavoro il testo della Convenzione tra Inps, Cgil Cisl e Uil e Confindustria sulla rappresentanza.