Una legge sulla rappresentanza delle parti sociali. Non è più un tabù, anzi si può dire senza essere smentiti che ormai dipende solo dalla volontà della politica di mettere le mani a questo provvedimento. Le premesse infatti ci sono già tutte.
Il Testo Unico, il grande accordo tra sindacati e Confindustria al quale, nel tempo, tutte le grandi formazioni sociali hanno aderito, è lì da tre anni e mezzo: doveva appunto valutare la rappresentatività dei sindacati, avviando una nuova era delle relazioni industriali, ma è ancora solo un pezzo di carta. Sembra sempre possibile che i problemi tecnici siano ormai superati, ma poi si scopre che c’è sempre un motivo per non farne niente.
Tuttavia, i sindacati scalpitano. La Cgil chiede da molto tempo una legge in materia di rappresentanza, perché si sciolgano tutte le remore e si dia forza alle decisioni prese. E, fatto ancora più importante, anche la Cisl ha deciso che i tempi sono maturi per una legge sulla rappresentanza che serva a capire quanto vale ogni formazione. La Cisl è tradizionalmente molto gelosa delle prerogative del sindacato e si è sempre battuta contro una legge che entri nelle materie di competenza delle parti sociali. Ma, a quanto pare, ora la decisione è stata presa, tanto è vero che la relazione di Annamaria Furlan, la settimana prossima al congresso Cisl, chiederà a sua volta, con forza, una legge. Bisogna vedere cosa ne pensa il governo, ma il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, negli ultimi giorni, si è espresso in maniera molto positiva e possibilistica sull’eventualità di arrivare a una regolamentazione legislativa della materia.
Del resto, non costituirebbe un vulnus per il sindacato, perché si tratterebbe in pratica solo di una legge di sostegno, e applicherebbe le decisioni che sindacati e imprenditori hanno già preso con il Testo Unico. E servirebbe a dare una risposta al malcontento che si fa sempre più corposo per il dilagare di scioperi e scioperini. Il venerdì nero della scorsa settimana, quando tutta l’Italia è rimasta bloccata per gli scioperi di treni e aerei oltre ai ferrotranvieri e in qualche caso anche i tassisti, non è stato dimenticato, al contrario. La richiesta che sale è quella di una legge che finalmente regoli questa materia tagliando le unghie ai piccoli e piccolissimi sindacati.
E’ evidente che se si sapesse con esattezza quanto vale ciascun sindacato, si potrebbe intervenire sulla gestione del diritto di sciopero senza creare danni. Lo stesso presidente della Commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi essenziali, Giuseppe Santoro Passerelli, si è espresso in tal senso alla presentazione del rapporto annuale della Commissione.
Ci sarebbero problemi tecnici da superare, naturalmente. Gli stessi che in questi anni hanno impedito l’applicazione del Testo Unico. Non è facile infatti mettere assieme i dati relativi da un lato al tesseramento dei sindacati, da un altro al risultato delle elezioni delle Rsu, i due cardini scelti per valutare la rappresentatività del sindacati. E il Cnel, incaricato di mettere assieme questi dati per avere il valore della rappresentatività, sembra al momento ben lontano dal’’efficienza necessaria, anche se l’elezione alla presidenza di Tiziano Treu fa ben sperare. C’è quindi il rischio oggettivo che nonostante la legge, quindi l’obbligo legale di fornire questi dati, resti complesso disporre delle informazioni necessarie.
Poi c’è un altro problema: i sindacati insistono perché sia misurata la rappresentatività non solo loro, ma anche quella delle rappresentanze datoriali. Queste, almeno le più grandi, non sembrano avere grandi problemi, sarebbero anche disponibili a farsi contare. Ma si deve stabilire come, da chi, con quali regole. Non possono essere sufficienti le dichiarazioni di ciascuna organizzazione, un sistema preciso deve essere trovato.
Il punto principale, comunque, è se le forze politiche vogliono davvero una legge del genere. Se siamo già in campagna elettorale, e nel caso quanto e come può pesare il varo di una legge in questa delicata materia.
Contrattazione
Questa settimana è stato sottoscritto il contratto nazionale per circa 30.000 lavoratori del settore Orafi Argentieri Gioiellieri sulla base dell’ipotesi d’accordo raggiunta lo scorso 18 maggio tra Federorafi e i sindacati di categoria Fim-Fiom e Uilm. Nel settore agroalimentare è stato firmato il rinnovo del contratto per gli operai agricoli di Roma e provincia. L’accordo prevede un aumento salariale del 2,1% dal 1 luglio 2017, l’istituzione del welfare aziendale e quella di un premio di risultato pari allo 0,2%. Nel settore bancario, Sul fronte bancario, Ubi ha siglato l’accordo con Confindustria Bergamo sul welfare aziendale. L’intesa prevede un programma personalizzabile sulla base delle esigenze dell’impresa e dei dipendenti, basato sulla territorialità. Inoltre, nell’incontro nazionale tenutosi a Roma tra Autogrill e i sindacati di categoria, le parti hanno sottoscritto una intesa per dare regolamentazione all’ “alternanza scuola lavoro in azienda”. Infine, è stato rinnovato tra le parti datoriali Confapi Aniem e i sindacati di categoria il contratto nazionale di lavoro per le imprese produttrici di elementi e componenti in laterizio e prefabbricati in latero-cemento e di manufatti in calcestruzzo armato e non, in cemento, in gesso e piastrelle.
La nota
Fernando Liuzzi ha seguito per il Diario l’Assemblea nazionale di Federmeccanica, che si e’ svolta a Reggio Emilia venerdi.
Il blog del Diario
Valerio Gironi interviene sullo sciopero dei trasporti dello scorso venerdì e sull’annosa questione della tutela dei diritti dei lavoratori e di quella dei cittadini nei servizi pubblici.
Paolo Pirani analizza il voto in Europa in un contesto politico e sociale confuso, dove il voto inglese ha dimostrato l’imprevedibilità dell’elettorato e la necessità di politiche chiare per un Europa più uguale e in grado di combattere la povertà.
Alessandro Genovesi spiega perché anche al Sud e’ possibile realizzare buone pratiche contrattuali, prendendo come esempio il contratto collettivo provinciale per il territorio metropolitano di Napoli sottoscritto con l’ANCE- Confindustria.
Giuliano Cazzola, nella nuova puntata del suo diario AMARCORD, ripercorre i primissimi tempi della contrattazione aziendale, quando la materia, pressoche’ sconosciuta, veniva insegnata in appositi corsi di formazione nelle ”scuole” del sindacato.
Diario della crisi
Nel settore metalmeccanico, Savio conferma gli 82 licenziamenti della sede di Chiusa San Michele. Secondo la Fiom-Cgil la situazione è “drammatica” ragion per cui è stato richiesto e accordato un nuovo incontro per il prossimo 30 giugno. Continua la battaglia contro i 300 licenziamenti alla Ericsson con uno sciopero unitario. Il prossimo 27 giugno è stato convocato un incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Al Sole 24 ore è stata predisposta la procedura per l’attivazione della Cigs per il personale non giornalistico che comprende circa 210 lavoratori. I sindacati replicano proclamando lo stato di agitazione e annunciando una giornata di sciopero per venerdì 23 giugno. Infine, la Omvl di Padova appartenente al gruppo West-Fuel System cessa le sue attività, che vengono trasferite nella sede di Cuneo. Per la Fiom si tratta di un licenziamento collettivo e ha richiesto l’apertura immediata di una nuova fase di confronto.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile trovare i dati Istat sulle stime preliminari di Pil e occupazione a livello territoriale relative all’anno 2016, il rapporto Istat sulle politiche retributive in Italia e i dati sulla produzione nelle costruzioni e costi di costruzione di aprile. Inoltre, è possibile visualizzare il testo del verbale di accordo orafi, argentieri e gioiellieri, il testo della Fiom sulle linee guida della contrattazione, il testo e le slide di presentazione della relazione sulla Spending Review 2014-2016, il IX rapporto delle politiche abitative della Uil sugli sfratti 2016, il testo della relazione del Presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi Giuseppe Santoro Passarelli, i testi delle relazioni del nuovo presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz, del presidente uscente di Federmeccanica Fabio Storchi e la Carta delle Relazioni Industriali di Federmeccanica.