I lavoratori inglesi non andranno in pensione prima dei 60 anni. Lo ha ribadito il ministro del Lavoro, John Hutton, spiegando che per la crescente aspettativa di vita “le future generazioni hanno davanti a sè la prospettiva di lavorare oltre i settanta”. Nei piani del Governo la pensione non sarà più erogata automaticamente allo scoccare dell’età, ma i singoli dovranno presentare personalmente la domanda. Cambierà il meccanismo di uscita dall’impiego, ha spiegato, con l’obiettivo di incoraggiare i dipendenti a restare sul lavoro. La riforma si rende necesaria perchè “per la prima volta nella storia della Gran Bretagna ci sono più pensionati che bambini” e attualmente gli uomini vanno in pensione a 65 e le donne a 60 anni. Il Governo Blair aveva già deciso di cancellare il differenziale ma, secondo il ministro, è probabile che nel corso della prossima legislatura scompaia anche l’età obbligatoria e venga introdotta la possibilità di lavorare senza limiti anagrafici. Sarà istituito un sistema di incentivi, ha annunciato, e lasciare l’impiego tra i 60 e i 70 anni “sarà considerata una forma di pensione anticipata”. Resta irrisolto il nodo dei dipendenti pubblici, che mantengono la pensione a 60 anni. Sul tema è già intervenuta la Cbi, la Confindustria inglese, parlando di “differenza insostenibile e ingiusta”.
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