Secondo quanto comunicato dall’azienda, la Oerlikon Graziano ha raggiunto un accordo con le parti sociali “finalizzato al raggiungimento di una soluzione nella vertenza con Massimo Paparella, lavoratore dello stabilimento di Bari” licenziato, secondo l’azienda, per “sopravvenuta inidoneità fisica”.
L’intesa è “frutto di un dialogo costruttivo con le parti sociali, avviato dopo il riesame della decisione da parte dell’azienda, alla luce di nuove valutazioni tecnico organizzative negli stabilimenti che costituiranno anche la base per la definizione del nuovo piano industriale che l’azienda presenterà nei prossimi mesi”.
Nelle ultime settimane infatti, l’azienda “ha continuato ad esplorare possibili soluzioni per consentire al lavoratore una diversa collocazione occupazionale all’interno del Gruppo”.
In base all’accordo, l’azienda affiderà a una specifica Commissione tecnico sanitaria l’analisi del processo produttivo dello stabilimento di Bari, “al fine di individuare soluzioni innovative rispetto all’attuale assetto, che non consente un reimpiego del lavoratore nel pieno rispetto del Codice Civile e delle normative sulla sicurezza nei posti di lavoro.
L’azienda precisa che “per sua natura ed epilogo, la soluzione identificata e oggetto dell’accordo odierno differisce da quella individuata in un altro recente caso di cronaca. L’azienda infine si augura di poter proseguire nel proficuo percorso di collaborazione con le parti sociali per continuare a lavorare ad un futuro sostenibile per il gruppo in Italia”.
Massimo Paparella ha ricevuto la lettera di licenziamento a metà febbraio al rientro al lavoro dopo un intervento cardiaco. La Fiom di Bari ha indetto uno sciopero fissato al 20 marzo in solidarietà a Paparella e per sottolineare che prima dei fatti “il lavoratore aveva denunciato le immotivate e ingiustificate regole delle pause collettive imposte dall’azienda”. Per questo, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil sostiene che il licenziamento sia un “atto unilaterale e di barbarie delle corrette relazioni industriali consumatosi nella Oerlikon-Graziano”.