Ogni anno nel mondo circa 335 mila persone perdono la vita per incidenti sul lavoro. È il drammatico dato ricordato dall’Ilo (International Labour Office) in occasione della VII Giornata mondiale dedicata alle vittime del lavoro celebrata oggi.
Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro con sede a Ginevra, nel 1998 (anno cui si riferisce il Report) si sono verificati 334.900 incidenti mortali sul lavoro, con una media di 14 vittime ogni 100.000 lavoratori. La ripartizione geografica mostra che la proporzione cresce nei Paesi in via di sviluppo o dove le economie di mercato sono ancora ai primordi. Comunque, nessuna regione del pianeta è risparmiata, occidente compreso. Nei Paesi a economia di mercato (America del nord, Australia, Europa occidentale, Giappone) si verificano, in media, 5,3 incidenti mortali ogni 100.000 lavoratori, meno della metà comunque rispetto alle economie ex socialiste (11,1), all’India (11,0), alla Cina (11,0) o all’ America Latina e Caraibi (13,5). Si passa invece a tassi assai più elevati e drammatici nel caso dei Paesi asiatici (23,1), dell’Africa sub-sahariana (21,0), del Medio Oriente (22,5).
In numeri assoluti, nel 1998 nei Paesi con economie di mercato (che vedono occupati più di 36 milioni di lavoratori) si sono registrati 19.700 incidenti mortali, 15.600 nei Paesi ex socialisti (ma su un’occupazione di 140 milioni di individui), 36.700 in India , 68.200 in Cina (su una popolazione lavorativa di 614 milioni di individui). Il numero più alto di incidenti si è verificato in Asia (esclusi Cina, Giappone e India) con 80.600 incidenti mortali.
L’anno scorso si sono verificati in Italia quasi un milione di incidenti sul lavoro, di cui più di 1.300 mortali. E il costo per la collettività supera i 28 miliardi di euro. La Giornata delle vittime del lavoro è quest’anno dedicata ai lavoratori dei servizi di emergenza (vigili del fuoco, poliziotti, operatori sanitari).