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Home - Approfondimenti - Interviste - Panzarella (Feneal-Uil), abolizione dei voucher in edilizia senza se e senza ma

Panzarella (Feneal-Uil), abolizione dei voucher in edilizia senza se e senza ma

di Alessia Pontoriero
10 Gennaio 2017
in Interviste
Panzarella (Feneal-Uil), abolizione dei voucher in edilizia senza se e senza ma

I voucher sono uno strumento pensato per i lavori occasionali ma nell’ultimo anno ha avuto una diffusione esponenziale in tutti i settori tra cui quello edile. Spesso vengono usati per eludere le norme a difesa delle tutele e dei dirtitti dei lavoratori con lo scopo di abbattare il costo del lavoro. Il Diario del lavoro ha intervistato il segretario generale della Feneal-Uil, Vito Panzarella che ha richiesto insieme agli altri sindacati di categoria l’abolazione senza se e senza ma dei voucher nel settore edile, uno dei comparti più rischiosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

I voucher negli ultimi anni sono stati usati in modo improprio a discapito dei lavoratori e delle lavoratrici. Come e quanto sono stati usati nel settore edile?

I numeri riguardanti i voucher nelle costruzioni fanno emergere un chiaro abuso di questo strumento utilizzato quasi esclusivamente per aggirare norme e controlli e danneggiare i lavoratori. Dico questo anche in virtù del fatto che il nostro è un settore particolare dove il lavoratore  ha bisogno di un sistema specifico di tutele, che solo il contratto regolare può garantire, per assicurare formazione continua, salute e  sicurezza ai lavoratori in un settore che resta fra i più rischiosi.

Nell’ultimo anno l’utilizzo dei voucher nei settori del terziario, turismo, servizi ed edilizia, ha rappresentato la metà del totale: 70 milioni su 150 voucher venduti. Ma per fornire qualche cifra specifica facciamo riferimento alla relazione annuale dell’Inps dello scorso luglio che registra, nel 2015, 13.813 committenti che hanno pagato con i voucher più di 32mila lavoratori del comparto, con l’emissione di 2,1 milioni di titoli. Considerando poi l’ulteriore aumento complessivo della vendita dei voucher, registrato dalla recente nota congiunta Istat, Inps e Ministero del Lavoro, +34,6% nei primi nove mesi 2016 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, il dato andrà rivisto ancora al rialzo.

Cosa comporta a livello pratico la diffusione dei voucher e quali sono le problematiche che la Feneal-Uil sta affrontando?

Quello che viene fuori e che noi denunciamo è l’utilizzo improprio dei voucher in edilizia con effetti ben diversi dall’obiettivo originario con cui erano stati istituiti, e cioè l’emersione dal nero. Succede, infatti, che nella maggior parte dei casi si ricorre ad essi per nascondere abusi e sfruttamento al posto di altre forme di lavoro, che prevedono si maggiori costi e vincoli contrattuali, ma proteggono il lavoratore garantendogli tutele e diritti adeguati alla propria mansione. Il loro utilizzo improprio ha finito per peggiorare le condizioni di un settore già fortemente scosso e danneggiato dalla crisi, aumentando il lavoro irregolare, precario ed insicuro.

Il Governo Gentiloni sta predisponendo la tracciabilità dei voucher con sanzioni fino a 2.400 euro per ogni lavoratore non dichiarato. Lei crede che possa essere una soluzione?

Con la liberalizzazione dei voucher, operata dai vari governi che si sono succeduti e che ne hanno esteso l’utilizzo a tutti i settori, c’è stato un evidente distorsione di questo strumento che necessita di un radicale ripensamento. Non crediamo che la tracciabilità da sola basti, essa va rafforzata attraverso controlli più numerosi ed incisivi, ma non crediamo neanche che essi vadano completamente demonizzati e aboliti in tutti i settori. Sicuramente siamo per l’abolizione dei voucher in edilizia senza se e senza ma, posizione tra l’altro condivisa ultimamente anche dal Ministro Martina e da altri. Da tempo lo sosteniamo e lo abbiamo anche inserito nella piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto dell’ edilizia.  Detto ciò sono sicuro che,  riportando i voucher alla loro funzione originaria e limitandone drasticamente l’uso al solo al lavoro occasionale e accessorio, si potrà davvero utilizzarli come uno strumento per contrastare il lavoro nero e regolarizzare una parte di lavori che finirebbero altrimenti nell’illegalità.

E’ chiaro che il legislatore deve fare in modo che le leggi non vengano usate per eludere la sicurezza e la tutela dei lavoratori ma c’è, secondo lei, anche una questione di responsabilità dei datori di lavoro?

L’edilizia è da sempre un settore esposto a criminalità  e illegalità e non si può nascondere che molti hanno approfittato della crisi e della situazione di debolezza che ha caratterizzato il settore negli ultimi anni. La crisi difatti non ha solo impoverito il comparto ma lo ha destrutturato ed i cambiamenti introdotti dal governo non hanno aiutato a mantenere la situazione sotto controllo, lasciando piuttosto che degenerasse completamente. In questa situazione di caos, moltissimi hanno trovato diversi modi di elusione, ricorrendo a forme di lavoro alternative al contratto di settore e molto spesso tagliando i costi sulla regolarità e la sicurezza, e lo dimostrano anche i dati sulle morti sul lavoro in edilizia, in aumento e addirittura raddoppiate tra gli over 60. E’ necessario, dunque, non lasciare nulla al caso ma intervenire in maniera mirata per eliminare qualsiasi fonte di incertezza che possa fornire un alibi agli imprenditori poco onesti, per tutelare invece i lavoratori e favorire le imprese sane e che rispettano le regole.

Ci potrebbe essere una relazione positiva tra stabilità dei lavoratori, il contrasto al lavoro nero e alla precarietà e il rilancio del settore edile che ha pagato pesantemente le conseguenze della crisi economica? Quali sono le proposte di Feneal-Uil?

L’edilizia resta un settore strategico e di traino per l’economia di un paese e siamo convinti che non possa realmente ripartire senza la giusta attenzione a questi temi che sono per noi centrali. Ne siamo convinti e, insieme a Filca e Fillea, lo abbiamo scritto chiaramente nella nostra piattaforma per il rinnovo del contratto edile, mettendo  al centro la necessità di qualificare il settore attraverso una serie di proposte che portano a compimento il contratto precedente, ma introducono anche nuove norme per migliorare la condizione del lavoratore, fortemente indebolita dalla crisi. Nell’attuale scenario economico non mancano segnali positivi che, pur con contraddizioni, cominciano a stabilizzarsi, e da questi bisogna ripartire sapendo che la vera sfida è qualificare il sistema perché sia in grado di reggere alla nuova domanda di rigenerazione e  messa in sicurezza. Puntiamo ad avere imprese più strutturate, un mercato del lavoro trasparente che premi la regolarità e l’occupazione di qualità ed un sistema della formazione per la sicurezza in grado di qualificare ulteriormente il mercato. Nella piattaforma abbiamo proposto varie misure al fine di evitare gli abusi e garantire il massimo rispetto del contratto di lavoro e la massima diffusione della legalità e della sicurezza contro il dumping contrattuale, in questo senso è per noi fondamentale ripristinare il Durc nella sua formula originaria e passare in breve tempo alla congruità, vietare i voucher in edilizia e prevedere una nuova disciplina per i lavoratori autonomi e i contratti a termine.

Alessia Pontoriero

 

 

 

 

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Alessia Pontoriero

Alessia Pontoriero

Ex-Redattrice de Il Diario del lavoro

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