Achille Passoni, segretario confederale della Cgil, come può essere chiamato quello che sta avvenendo tra la Cgil e il suo sindacato metalmeccanico? E’ un dissenso o qualcosa di più, un conflitto di concezioni e strategia del sindacato?
L’uno e l’altro. Esiste un dissenso, un dissenso profondo, sulla scelta della Fiom e di suoi dirigenti a proposito di manifestazioni da cui la Cgil ha preso le necessarie distanze e che ha condannato. Ma l’origine di questo dissenso sta in un’idea strategica che guida oggi la Fiom e che è altra cosa dall’idea strategica che guida la confederazione.
Lei dice: oggi. Ma non sarà nata all’improvviso.
Certamente no. Era già esplicita nella tesi alternativa della Fiom al congresso confederale. Si presentava come tesi ma aveva l’organicità di un vero documento alternativo.
L’indipendenza affermata nello statuto della Fiom si è trasferita nei fatti.
Contrariamente a quanto hanno detto molti commentatori, quella non è indipendenza dalla Cgil ma dal quadro politico. E comunque, anche nel voler usare il termine indipendenza si espresse, allora, una divisione strategica. La Cgil non è indipendente ma autonoma, come ha dimostrato da Di Vittorio in poi.
A questo punto, non si vedono spazi di mediazione.
No.
Una frattura di lunga durata.
Sì. Il confronto continuerà, con fasi probabilmente alterne.
Perchè la Fiom è come è?
Perchè negli ultimi anni ha pesato sulle sue scelte un sovraccarico di ideologia. Che non appartiene alla sua storia. Pensi alla Fiom di Trentin: era carica di valori, non era ideologica.

























