Il tema della previdenza impone una “riflessione sistematica” e “ci auguriamo che questo sia possibile nell’iter della legge di bilancio”. Lo ha sottolineato il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, nel corso dell’audizione nella commissione Lavoro della Camera sul requisito di accesso al sistema pensionistico.
Ghiselli ha ricordato che sulle pensioni i sindacati confederali hanno elaborato una piattaforma unitaria, che punta a “un intervento normativo organico e non a semplici interventi sperimentali o su singoli aspetti parziali”, perché il sistema “ha bisogno di certezze e le misure introdotte in questi anni hanno invece avuto prevalentemente il carattere della provvisorietà”.
Il rappresentante della Cgil ha sottolineato cheil sistema contributivo determina “una sempre minore incidenza sui costi dell’età di pensionamento, considerando l’effetto attuariale determinato dai coefficienti di trasformazione”. Di conseguenza, anche la flessibilità in uscita “è più che mai attuale ed estensibile a tutta la popolazione”. Secondo Ghiselli questo significa “un approccio completamente nuovo al tema”, determinando il possibile pensionamento come un intervallo di tempo entro il quale le persone scelgono il momento dell’uscita dal lavoro “sulla base delle diverse condizioni soggettive, professionali, famigliari, di salute, economiche”.
L’introduzione di un sistema di flessibilità in uscita per la pensione, “che noi proponiamo a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età – ha detto – di per sé non contrasterebbe con l’obiettivo di un innalzamento tendenziale dell’età media di pensionamento e, quindi, con la stabilità prospettica del sistema a fronte delle trasformazioni demografiche in corso e quelle previste”.
Il segretario confederale della Cgil ha aggiunto che “diverse sono le proposte di flessibilità in uscita, la maggior parte delle quali però prevedono un elevato numero di anni di contributi, superiori a 35, per potervi accedere. Limiti così elevati sono comprensibili se associati a una possibile uscita con una età più bassa, come opzione donna o come la pensione anticipata, ma non possono a nostro avviso essere la condizione di anticipo per un’età superiore ai 62 anni e, in questo caso, pensiamo vada assunto come riferimento il requisito contributivo della pensione di vecchiaia che è di 20 anni”.
Diversamente “si precluderebbe la possibilità di una uscita flessibile alle fasce più deboli del mercato del lavoro, come le donne o chi svolge lavori discontinui – ha affermato Ghiselli – per le donne e per chi fa lavori di cura pensiamo a un rafforzamento della tutela, naturalmente considerando centrale l’impegno per la parità di genere e la redistribuzione del lavoro di cura. Crediamo sia necessario rafforzare le misure a favore di altre categorie meritevoli di una particolare attenzione presenti nel mercato del lavoro, a iniziare da quelle attualmente ricomprese nell’Ape sociale. In particolare il lavoro della commissione sulle attività gravose, con tutti i suoi limiti e con le diverse incongruenze che andrebbero corrette, rappresenta una base per individuare altre mansioni da considerare gravose sulla base di indicatori il più possibile oggettivi”.
Ghiselli ha poi ricordato che “andrebbe inoltre estesa la possibilità di un intervento a favore dei disoccupati di lunga durata o di chi beneficia degli ammortizzatori sociali senza la prospettiva di una ripresa lavorativa. O chi è considerato lavoratore fragile o ha avuto il riconoscimento di una malattia professionale da parte dell’Inail”. E infine il tema dei giovani: “Proponiamo una pensione contributiva di garanzia che possa garantire una pensione dignitosa a coloro che sono destinatari del sistema contributivo, che non hanno alcuna integrazione del trattamento pensionistico. Una pensione di garanzia che valorizzi in termini finali tutti quei periodi che non hanno avuto una copertura contributiva, degni di tutela, formazione, studio, inoccupazione legati a politiche attive, che venga calcolata in maniera crescente sulla base degli anni di contribuzione e di età di accesso al pensionamento”.
TN