La Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte sulle pensioni integrative nella Ue, che al primo punto prevede l’adesione automatica dei lavoratori in questi schemi supplementari. Con un comunicato, l’organismo comunitario precisa che i lavoratori avrebbero comunque la possibilità di chiamarsi fuori da questi schemi pensionistici, che affiancherebbero le pensioni pubbliche. E che nelle sue raccomandazioni prevede il rispetto delle prerogative nazionali e del ruolo e l’autonomia della contrattazione tra le parti sociali sugli aspetti economici.
Bruxelles dice anche di volersi basare sulle pratiche migliori seguite nella Ue e su quanto imparato su questi temi nei vari paesi. L’obiettivo è di “assicurare redditi adeguati per i pensionati, migliorando l’accesso a schemi pensionistici integrativi più efficienti”, secondo quanto recita il comunicato.
Il secondo aspetto della proposta prevede di sviluppare “schemi di monitoraggio” pensionistici per fornire ai cittadini una chiara visione prospettica dei loro diritti e del loro quadro previdenziale. Questi schemi “aiuteranno a intervenire sul basso tasso di partecipazione alle pensioni integrative – prosegue la Commissione – spesso dovuto alla limitata conoscenza dei cittadini sulle loro future pensioni”.
Terzo elemento di della proposta è quello di sviluppare dei quadri di controllo (dashboard) nazionali delle pensioni, in modo tale che gli Stati abbiano “una migliore visione su copertura, sostenibilità e adeguatezza dei loro sistemi pensionistici”.
Questi schemi nazionali alimenterebbero “un quadro di controllo a livello di Ue”, secondo i propositi della commissione.
La proposta interviene su una direttiva (IORP II) e su una normativa quadro esistenti, e dovrà ora essere negoziata e concordata tra Parlamento e Consiglio europei, cioè i governi.

























