“Il nostro sistema pensionistico è una bomba sociale – ha spiegato in una nota il segretario confederale della Uil, Santo Biondo – Il governo apra un confronto strutturale per una vera riforma e non si limiti a proposte fantasiose”.
“Con l’attuale sistema contributivo – prosegue – il tasso di sostituzione tra ultima retribuzione e pensione scenderà dal 68% di oggi al 58% nei prossimi dieci anni e al 50% a metà secolo. I giovani avranno, quindi, assegni da fame, se non si interverrà con una riforma organica, capace di garantire equità e solidarietà. Occorre introdurre – ha aggiunto Biondo – una pensione di garanzia per i giovani, estendere l’Ape sociale, rafforzare Opzione donna, valorizzare maternità e periodi di cura, ed eliminare ricongiunzioni onerose. Bisogna dare risposte a chi svolge lavori usuranti e a chi subisce la precarietà di un mercato del lavoro troppo flessibile. La vera sfida è restituire ai lavoratori la libertà di scelta: tra i 63 e i 70 anni ciascuno deve poter decidere quando andare in pensione”.
Infine, l’allungamento dell’età pensionabile “blocca l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. I dati Istat lo dimostrano: la crescita occupazionale riguarda soprattutto gli over 50, che hanno superato i 10 milioni di occupati e rappresentano il 42% della forza lavoro. Senza una riforma che apra spazi ai giovani – ha concluso Biondo – rischiamo di compromettere il futuro del Paese”.