Oggi il Governo ha incontrato i sindacati per confrontarsi sul riassetto della pubblica amministrazione. Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, com’è andata la riunione?
E’ stata molto breve perché c’era poco da discutere. Ci sono lavoratori pubblici che aspettano ancora il rinnovo del contratto nazionale, come quelli di sanità e ricerca: abbiamo specificato a Nicolais che bisogna risolvere la situazione. Se mancano i rinnovi, non possiamo parlare di altro.
Qual è il giudizio complessivo sul progetto del Governo?
Non ci ha convinto. In realtà non c’è ancora un piano definito, piuttosto parlerei intenzioni. Il problema è che non tengono conto di com’è organizzata realmente la pubblica amministrazione; occorre analizzare i singoli comparti per verificare eventuali eccedenze di personale, ma il Governo finora si è basato solo su esigenze di cassa. E l’ultima Finanziaria, per la verità, ha già affrontato l’argomento.
In che modo?
Su 100 uscite nel settore pubblico, 40 non vengono rimpiazzate, 40 sono sostituite da nuovi assunti e 20 da precari stabilizzati. Sarà fondamentale anche la prossima manovra di bilancio, per verificare l’entità delle risorse disponibili per i rinnovi successivi. Insomma, la discussione sulla pubblica amministrazione rischia di essere poco proficua se prescinde dalla realtà.
E sulla questione degli esuberi?
Non è detto che ci siano. In Italia il numero dei lavoratori nella pubblica amministrazione non è superiore a quello degli altri Stati europei. Non abbiamo un problema di organico, ma piuttosto di cattivo utilizzo.
Quindi?
Per prima cosa è necessario tagliare le consulenze, poi bisogna cominciare a pagare di più i dipendenti attuali e farli lavorare meglio.
Emanuele Di Nicola

























