“E’ finito il momento del ‘si farà, si vedrà, si discuterà’. Ora o mai più. Da qui il senso di urgenza del mio governo”, ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo all’assemblea di Confindustria di Brescia, ribadendo che: “Le riforme che vengono promesse da venti anni, oggi non sono più un libro dei sogni: sono atti in Parlamento”. “Posso anche perdere le prossime elezioni, ma non posso perdere la faccia rispetto all’esigenza di cambiamento che abbiamo messo in atto”.
Il premier ha quindi ricordato tutte le riforme in cantiere: “La riforma del fisco è ai decreti attuativi, la riforma costituzionale è stata approvata in prima lettura al Senato ed è ora alla Camera, la legge elettorale è pronta per essere votata in seconda lettura al Senato”. “Sono cose noiose, lo so, non danno i titoli. Ma sono cose fondamentali”.
Per Renzi “si è aperta in Italia una finestra di opportunità pazzesca: non coglierla sarebbe un errore gravissimo per noi e soprattutto per i nostri figli. Ma si tratta di decidere, di fare delle scelte, anche correndo qualche rischio, per rimettere in moto il sistema Italia. Bisogna avere il coraggio di cambiare, prima di tutto noi”.
Poi Renzi è passato alle accuse: “E’ calcolato e progettato un disegno in queste settimane per dividere il mondo del lavoro, farne terreno scontro. E’ una delle idee che ha bloccato l’Italia. Se abbiamo perso vent’anni è perché si è pensato di dividere, con manifestazioni e proteste, l’Italia in due: tra lavoratori e padroni”. “Ma non esiste una doppia Italia – ha proseguito il premier – esiste un’Italia unica e indivisibile, che si faccia il lavoratore o l’imprenditore, e questa Italia non consentirà di scendere nello scontro”.
Matteo Renzi affonda sul sindacato, accusandolo di “sfruttare il dolore dei cassintegrati, dei disoccupati e dei precari come argomento per attaccare il governo”. Ma avverte: “Non lo consentirò, non scenderò in questo scontro”.
“Vogliamo cambiare premier? – incalza Renzi – Ci provino! Io ho altro di cui preoccuparmi. Ma non facciano delle difficoltà di chi non ha lavoro, il campo di gioco dello scontro politico. Si affronti il jobs act per quello che è: se vogliono attaccare il governo scelgano altre strade, non il dolore dei cassintegrati, dei disoccupati o dei precari che sono nel mio cuore”.
“Non bisogna temere, anzi bisogna attendersi qualche dispiacere e non poco dissenso. Sono resistenze dovute – ha aggiunto – a inerzie e privilegi del passato di cui un po’ tutti hanno beneficiato. Qui come in altre nostre assemblee ha toccato con mano che non è e non sarà solo”.
“Se tutta l’Italia fosse come Brescia, oggi l’Italia sarebbe leader del mondo”. Ma Matteo Renzi, intervenendo all’assemblea di Confindustria di Brescia, precisa: “Non sono qui per lisciarvi il pelo, o per fare una passerella e chiedere qualche appaluso. Non vi dirò frasi a effetto, come ‘il vostro programma è il mio programma’. Non cerco oggi qui e adesso un consenso facile”, dice citando una frase classica di Silvio Berlusconi nei suoi interventi alle assemblee degli industriali.
“Lei si è assunto il pesante fardello di far uscire l’Italia dalle secche di regole e culture sorpassate che sappiamo ci condurrebbero a un lento ma inarrestabile declino”, gli ha risposto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, aggiungendo: “Di questo arduo impegno non possiamo che esserle grati. Se ne sentiva la necessità”.
Intanto, fuori dall’azienda Palazzoli dove si sta svolgendo l’assemblea, ci sono stati scontri fra manifestanti anti-Renzi e forze dell’ordine che hanno provocato alcuni contusi in ambe le parti. “Abbiamo preso una marea di manganellate”, hanno riferito i manifestanti, alcuni dei quali esponenti del centro sociale Magazzino 47, dopo il secondo tentativo di avvicinarsi alla fabbrica. Sul fronte opposto un sostituto commissario, portato in ospedale, ha subito una lesione a una spalla e anche un carabiniere è rimasto contuso mentre cercavano di sottrargli lo scudo.
F.P.