Dopo nove mesi di tormentata gestazione, il controverso pacchetto di riforme sociali Agenda 2010 del cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha superato oggi l’ultimo scoglio: col sì del Bundestag e Bundesrat, le leggi entreranno in gran parte in vigore dall’1 gennaio 2004 nella speranza che spingano una ripresa dell’economia dopo tre anni di stagnazione.
Anche l’opposizione, dopo avere ottenuto modifiche alle riforme del governo nel difficile negoziato in sede commissione di mediazione parlamentare, ha votato a favore delle leggi, che sono dunque passate tutte a larghissima maggioranza.
Una lite è scoppiata però sul particolare se il governo ce l’ha fatta a raggiungere una sua maggioranza oppure no. Secondo il governo sì, secondo l’opposizione invece no.
In una maratona senza precedenti, il Bundestag, in una seduta straordinaria, ha approvato un pacchetto mammuth di dieci leggi con votazione nominale dei parlamentari. Stesso iter si è ripetuto in parallelo al Bundesrat, la camera alta dove sono rappresentati i Laender e dove la maggioranza la detiene l’opposizione. Al Bundestag il governo rosso-verde ha una esile maggioranza: 306 deputati contro i 297 dell’opposizione – 294 fra Cdu-Csu e liberali (Fdp) più due dei post-comunisti (Pds) e un deputato senza partito – e la cosiddetta ‘maggioranza del cancelliere’ (quella per varare le leggi) è di 302 voti.
Secondo il governo è stata raggiunta oggi una maggioranza rosso-verde sulla controversa legge sulla disoccupazione: 294 voti in favore del governo sono più dei 287 dell’opposizione, ha argomentato il cancelliere. L’opposizione sostiene invece che Schroeder avrebbe dovuto mettere insieme da solo più della metà dei voti espressi, cosa che invece non è avvenuta.
La legge, che prevede in futuro che un disoccupato debba accettare qualsiasi lavoro anche se sotto la sua qualificazione e la sua abituale retribuzione, era molto criticata anche in seno ai partiti di governo Spd e verdi. È passata oggi con 581 voti a favore e 16 contrari (rispettivamente sei per Spd e verdi e due per Cdu e Pds).
Con quattro voti contrari, e 593 a favore, è passata anche la riforma delle tutele anti-licenziamento (l’ art. 18 italiano), che pure era vista come il fumo agli occhi dalla sinistra Spd e verde: in futuro potranno licenziarie con più facilità le imprese con fino a dieci operai (finora il tetto era di cinque).
Un altro dei principali progetti di riforma del cancelliere approvato oggi, e che fino all’ultimo era stato limato da opposizione e governo in commissione arbitrale, è l’anticipo del terzo stadio della riforma fiscale, quello relativo agli sgravi. Con il sì di Bundestag e Bundesrat, verranno liberati a partire dall’1 gennaio, grazie agli sgravi, in tutto 15 miliardi di euro, di cui 6,1 con il già deciso secondo stadio e 8,9 con l’anticipo dal 2005 al 2004 del terzo. Gli sgravi verranno finanziati per un 30% tramite debiti. Inoltre sono previsti tagli di agevolazioni fiscali e sovvenzioni, e privatizzazioni.
L’opposizione ha inflitto invece il governo al Bundesrat una sconfitta bocciando, e rinviando dunque in sede di commissione di mediazione dei due rami del parlamento, la legge finanziaria 2004 e la manovra correttiva per il 2003.
Dopo la maratona al Bundestag, il cancelliere Schroeder si è detto soddisfatto dicendo che il varo dell’Agenda 2010 è il segnale che la Germania si muove e accetta le sfide.
La leader Cdu Angela Merkel ha detto che l’opposizione ha votato nell’interesse del paese ma che è necessario “modernizzare e rinnovare di più la Germania”. A suo dire Schroeder può governare solo con l’aiuto dell’opposizione e lo aspettano ora “settimane dure”: da solo il “governo non è in condizine di agire”, ha detto.
Per il premier bavarese Edmund Stoiber (Csu) il voto rappresenta un “notevole indebolimento del peso politico del cancelliere”, il quale sarà “sempre meno in grado di portare avanti le necessarie riforme senza l’opposizione”.
Il leader liberale Guido Westerwelle ha chiesto nuove elezioni: “Il governo non ha raggiunto la sua maggioranza”, perciò la cosa migliore è un nuovo inizio, ha detto.
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