Riparte la trattativa per il nuovo contratto delle Funzioni centrali che interessa 250 mila lavoratori, tra ministeriali, dipendenti delle Agenzie fiscali e di altri enti come Inps e Inail.
Sindacati e Aran sono alle prese con un tavolo “permanente”, ma qualche nodo ancora resta da sciogliere, soprattutto sui temi dell’orario di lavoro, che Cgil, Cisl e Uil vorrebbero far rientrare nelle materie oggetto della contrattazione integrativa e del salario. Riguardo quest’ultimo, in ballo ci sono aumenti mensili medi di circa 85 euro, un bonus da 20 euro (per dieci mensilità) per i redditi più bassi e l’una tantum per gli arretrati non inferiore a 550 euro.
“Non vogliamo un contratto purchessia, ma un buon contratto, per questo nessuno ha alibi nel prendere tempo, la trattativa deve andare avanti – afferma Serena Sorrentino, segretario generale della Fp Cgil -. Ci sono sicuramente elementi che recepiscono cambiamenti necessari agli istituti del rapporto di lavoro, ma su molte parti, relative sia ai diritti sia alle relazioni sindacali, il testo non trova condivisione né coerenza con l’accordo del 30 novembre scorso”.
“Continueremo senza soluzione di continuità il confronto per produrre quei cambiamenti necessari al testo chericonsegnino ai lavoratori un contratto adeguato alle loro esigenze di miglioramento delle condizioni di lavoro”.
Passi avanti sono stati fatti su altri fronti. Nel testo, l’Aran ha allargato le maglie della mobilità: con l’obiettivo di evitare i licenziamenti, quando un’amministrazione dichiara del personale in esubero sarà possibile trasferire il dipendente su tutto il territorio, e non più all’interno dei confini regionali. Cambiano anche le quote in cui si divide il salario accessorio: oltre la metà dei fondi riservati alle voci variabili andrà a premi e indennità di turno, mentre un’ulteriore quota deve essere destinata alla performance individuale.
E.M.