Nonostante la Brexit e gli attacchi terroristici, prosegue la ripresa economica di Eurolandia, anche se a luglio il tasso di attività delle imprese ha segnato un rallentamento ai minimi da un anno e mezzo. Questo il quadro che emerge dal Purchasing managers’ index, l’indagine tra i responsabili degli approvvigionamenti elaborata dalla società di ricerche Markit Economics.
A luglio l’indice si è attestato a 52,9 punti, dai 53,1 di giugno, segnando il valore più contenuto da 18 mesi. Resta però in territorio espansivo, dato che l’indice Pmi si attesta sopra la soglia limite dei 50 punti. “Considerato il referendum che ha deciso l’uscita del Regno Unito dall’Ue e l’ulteriore attacco terroristico in Francia, l’economia dell’eurozona ha mostrato una sorprendente ripresa”, commenta il capo economista di Markit, Chris Williamson.
Nonostante i risultati, continua Williamson, “l’ottimismo del settore dei servizi circa l’attività futura è peggiorato al livello più basso in più di un anno e mezzo”. Pesa soprattutto l’instabilità politica ed economica causata del voto Brexit nel Regno Unito, mostrando “rischi a breve termine per una economia già debole nell’eurozona.”
“I responsabili delle politiche economiche saranno rassicurati dalla capacità di recupero del Pmi subito dopo il risultato del Brexit – ha concluso Williamson – ma la fragilità della ripresa dà parecchio spazio a speculazioni circa ulteriori stimoli più avanti nell’arco dell’anno.”